Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha firmato il decreto che modifica le regole d’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso per l’anno accademico 2013-2014. Come già annunciato la scorsa settimana, le date delle prove di accesso sono state posticipate da luglio a settembre, ma a partire dal 2014 tutto tornerà come aveva stabilito l’ex ministro Profumo in un decreto del 24 aprile scorso.
Le prove si terranno ad aprile, due mesi prima degli esami di maturità, obbligando i ragazzi a svolgere le prove di accesso alle facoltà dove intendono proseguire gli studi. Quest’anno il posticipo si è reso necessario perché i test a luglio avrebbero mandato in tilt gli atenei che in quelle settimane organizzano gli esami della sessione estiva prima delle vacanze. L’opposizione dei rettori della Crui si è fatta sentire, come anche gli umori dei maturandi che avrebbero dovuto sobbarcarsi ore di studio supplementari per prepararsi ai test, poche ore dopo avere concluso la faticaccia dell’esame di maturità.
Il decreto ha modificato anche i criteri di attribuzione dei punteggiattribuiti dal «bonus maturità». Verrà attribuito ai candidati che hanno ottenuto un voto all’esame di stato non inferiore a 80/100 e non inferiore all’80° percentile nella distribuzione dei voti della commissione di maturità nel 2012-2013. I voti dell’esame di stato riferiti all’80° percentile di riferimento saranno pubblicati sul portale Universitaly del Miur (www.universitaly.it) entro il 30 agosto. Le iscrizioni online si apriranno il 25 giugno e si chiuderanno il 18 luglio. Il versamento della quota di iscrizione di 35 euro dovrà essere effettuato entro il 25 luglio. Per i corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico per architettura i test si terranno il 3 settembre, il 4 per le professioni sanitarie, il 9 per medicina e odontoiatria, il 10 per veterinaria.
Il decreto firmato da Carrozza non ha cancellato il «bonus», come richiesto dalle associazioni studentesche (come il coordinamento universitario Link o l’Udu) perché il governo avrebbe dovuto emettere un decreto legislativo per il quale non c’è tempo. Per «studiare» le conseguenze negative alle quali porterà questo farraginoso meccanismo il ministro Carrozza ha nominato una commissione di esperti composta tra gli altri dal rettore della Sapienza Luigi Frati. Il suo mandato terminerà il 30 settembre. Questa soluzione rischia di amplificare le iniquità che erano state contestate al provvedimento targato Profumo. Il bonus dovrebbe essere attribuito sulla base del voto di diploma e sulla posizione dello studente rispetto alla propria scuola. Ma così non sarà. Per gli analisti della voce.info e di Roars.it, correggere i voti di maturità sui percentili delle singole commissioni, e non sull’intero territorio nazionale, creerà nuove disparità. Un ragazzo che si diploma oggi può ottenere un bonus di 4-6-8 o 10 pèunti da sommare all’esito del test di ammissione all’università calcolato in 90°. Profumo aveva agganciato il bonus ai risultati dei diplomati nella stessa scuola, Carrozza prevede invece di assegnarlo ai ragazzi con il voto più alto della commissione. In questo modo si cerca di affrontare la disparità creata da Profumo tra gli studenti dei tecnici e quelli dei licei classici. Un ragazzo può diplomarsi con 92 in un tecnico e ricevere un bonus di 10 punti. Una ragazza che si diploma con lo stesso voto al classico ottiene un bonus di 6. Una discriminazione assurda che penalizzerà quest’ultima al momento del test all’università.
Il «bonus» è stato introdotto da un altro ex ministro dell’Istruzione, il Pd Beppe Fioroni nel 2007, quando il numero chiuso si è affermato come regola di accesso a medicina veterinaria odontoiatria o architettura. La stessa Carrozza ritiene che il numero chiuso sia ormai una regola insuperabile visto che i laureati in queste materie sono sempre più disoccupati. Tranne che per architettura, dove le aspiranti matricole sono effettivamente calate del 34%, passando da 23 mila a 15.180 per 9.113 posti disponibili, in tutte le altre facoltà si registra un costante aumento di aspiranti matricole. Ciò dimostra desiderio di studiare, e di fare un lavoro che ha una grande tensione etica. Ma che le autorità non vogliono far fare ai ragazzi per evitare che restino disoccupati. Questa è la principale ragione per cui anche il ministro Carrozza ha confermato il «bonus» maturità. Per evitare la disoccupazione di domani, lo Stato decide di limitare il diritto allo studio nel presente.