Mentre eravamo impegnati nella attività quotidiane di osservazione e pattugliamento nella zona Sar libica, è arrivata dal sindaco di Mazara del Vallo comunicazione dell’attacco violento della marina libica nei confronti di due pescherecci siciliani, poi sequestrati.

PER QUESTO MOTIVO abbiamo immediatamente contattato la Farnesina e il gabinetto del ministero degli esteri Moavero Milanesi, offrendo la disponibilità della nostra imbarcazione, che si trova in questa zona, per qualsiasi attività di assistenza finalizzata al ritorno a casa dei pescatori di Mazara. Si tratta delle nuove vittime della violenza sostenuta anche dallo stato italiano: il nostro governo ha grandi responsabilità nell’avere attrezzato e finanziato le autorità di un simile paese delegando loro la gestione di migliaia di vite umane e contribuendo a mettere in pericolo – come dimostra l’episodio dei pescherecci di Mazara, con a bordo tredici persone – anche chi lavora in questo tratto di mare.

UN MEDITERRANEO che vorremo tornasse ad essere un luogo di incontro tra culture e di pace. Prima che arrivasse questa notizia, Sea Watch era riuscita a trasferire all’aeroporto di Lampedusa l’aeromobile Moonbird – dopo mesi di blocco delle autorità maltesi – che può così riprendere la sua attività di osservazione nei cieli del Mediteranneo centrale.

Il nostro pattugliamento in mare e il loro dall’alto è dunque proseguito, registrando come nei giorni passati il silenzio radio irreale delle guardie costiere libiche, tunisine e maltese.