Solo chi conosce l’insostenibile situazione dell’informazione tv nella Grecia della crisi può capire a fondo il significato non solo simbolico della riapertura ieri mattina della radio-televisione pubblica Ert. Riapertura avvenuta simbolicamente proprio nel triste anniversario, esattamente due anni fa, dell’annuncio della chiusura.

La nuova Ert funziona con un personale ridotto rispetto ad allora: 1.700 impiegati rispetto ai 2.700 del 2013. Sono stati riassunti tutti i lavoratori della vecchia Ert che hanno mostrato interesse, e a loro saranno aggiunti un centinaio di lavoratori che in questi due anni hanno lavorato nella nuova emittente (formalmente pubblica, in realtà strettamente governativa) chiamata Nerit, mai decollata. I giornalisti che sono entrati nella Nerit su richiesta dell’allora governo, ora sono esclusi. Egualmente è stato escluso il vecchio direttore del settore informazione, non solo politicamente compromesso ma anche professionalmente inadeguato a dirigere il servizio pubblico.

Per tutto il primo giorno sono stati ritrasmessi gli spot e i documentari che furono girati in fretta e furia durante i cinque mesi in cui i lavoratori avevano continuato a tenere viva l’Ert in forma autogestita, provocando un grandissimo movimento popolare di solidarietà. Fino a quando i poliziotti antisommossa non l’hanno sgomberata agli inizi del novembre 2013. Il terzo canale Ert3, con sede a Salonicco, ha resistito per tutto questo tempo e ora è tornato di nuovo a essere una sede distaccata dell’Ert. Ieri sera si sono replicate anche le manifestazioni di solidarietà del 2013 con un grande concerto nel cortile davanti alla sede.

Il costo della nuova emittente pubblica si calcola per il momento sui 35-40 milioni per il personale, mentre si attende un palinsesto completo con i relativi costi. Va segnalato che al momento della chiusura l’Ert era in attivo di qualche decina di milioni.

Presidente della nuova emittente è il compositore Dionisis Tsaknis, mentre Amministratore delegato è stato nominato Lambros Tagmatarchis, una vecchia volpe del settore televisivo, che aveva avuto esattamente lo stesso incarico nella vecchia Ert sotto il governo socialista di Papandreou. È stata una scelta personale del premier, accompagnata da severi ammonimenti sulla correttezza amministrativa. Niente scandali, quindi.
Il governo non solo ha mantenuto la sua promessa, ma ora dispone anche di un mezzo di informazione tv in grado di arginare lo strapotere delle emittenti private, proprietà degli oligarchi. Le tv private da tempo hanno fatto scempio di ogni concetto di obiettività e di veridicità, scatenando continui attacchi calunniosi verso il governo. Tsipras ha già iniziato le ostilità con il potere oligarchico esigendo il versamento di tasse arretrate e rinegoziando il costo per l’occupazione delle frequenze pubbliche. Mercoledì c’è stata un’azione penale contro l’emittente privata Mega perché aveva manipolato il contatore della luce.