Non è la prima volta che Massimo Braccini viene preso di mira. Ma certo la nuova intimidazione al segretario generale toscano della Fiom Cgil preoccupa gli investigatori, visti i tanti fronti aperti dal combattivo sindacalista versiliese. Il diretto interessato la prende con filosofia: “Andrà a finire che mi toccherà la scorta…”, commenta fra il serio e faceto mentre riceve, fra le mille attestazioni di solidarietà, anche quella del manifesto. Ma quando gli si chiede se ha qualche sospetto, non sembra diplomatico nel rispondere di non avere proprio idea di chi ce l’abbia con lui, e con il suo lavoro.
I primi rilievi della Digos di Lucca hanno stabilito che è un proiettile calibro 8, usato per pistole che sparano a salve, quello recapitato a Braccini in una busta anonima, fatta ritrovare nella cassetta della posta della sua abitazione. Il proiettile si trova in vendita nelle armerie e, ad esempio, può essere usato per sparare razzi di segnalazione oppure per armare pistole scacciacani. Era contenuto in una busta bianca, senza scritte, recapitata a mano direttamente a casa del sindacalista e non spedito per posta.
Gli accertamenti per individuare la provenienza della minaccia vengono svolti dagli investigatori senza trascurare nessuna ipotesi, né relativa alla funzione sindacale di Braccini, né alla sua sfera privata. Ma certo le lotte sindacali del segretario toscano dei metalmeccanici Cgil possono aver dato fastidio a molti. Solo per fare un esempio è da anni che la Fiom denuncia, spasso inascoltata, lo sfruttamento di molti lavoratori, soprattutto extracomunitari, nei pur ricchissimi cantieri nautici della Toscana, dove si costruiscono mega yacht per mega ricchi di tutto il mondo. Con aziende leader del mercato che, su concessioni demaniali, producono beni di lusso unici. Senza però il rispetto delle regole, perché alla fine della catena degli appalti, frutto di un modello di sviluppo distorto, ci sono sempre lavoratori sfruttati, e non di rado ricattati.
Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana, è stata fra le prime a farsi sentire. “A Massimo Braccini e alla Fiom va la totale vicinanza e la solidarietà mia e, mio tramite, di tutti gli organismi dirigenti della Confederazione, delle iscritte e degli iscritti della Cgil. Condanniamo ogni forma di violenza, al tempo stesso diciamo chiaramente che non ci faremo intimidire”. In parallelo è arrivato il messaggio di Francesca Re David, che guida la Fiom nazionale: “Consideriamo queste minacce gravissime e inaccettabili e, come sempre, condanniamo ogni atto di violenza esprimendo, a tutti i livelli, tutto il sostegno e la totale vicinanza a Massimo, che qualcuno tenta di colpire per il suo lavoro attento e responsabile di dirigente sindacale”.
Solidarietà a Braccini è arrivata anche dalla Confindustria Toscana e da Federmeccanica, da Fim e Uilm, dal presidente toscano Eugenio Giani e dalla forze politiche di sinistra, di centro e di destra della regione.