La riqualificazione di oasi naturalistiche e la loro fruibilità nel rispetto del territorio sono gli obiettivi del progetto «RigeneriAMO la natura» concepito da Legambiente con il supporto di Intesa Sanpaolo e Fondazione Notte della Taranta.

L’evento più importante per la diffusione della pizzica e della tarantella che si svolge ogni anno in Salento, avrà luogo dal 3 al 24 Agosto con concerto finale a Melpignano, e quest’anno si fa portatore dei contenuti ecologici dell’associazione promuovendone la campagna. Una raccolta fondi a cui sarà possibile aderire fino al 30 settembre acquistando la t-shirt ufficiale della ventiduesima edizione de La Notte della Taranta o direttamente dal sito https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/rigeneriamo-la-natura-legambiente, permetterà di partecipare attivamente al ripristino di quattro aree di pregio individuate da Legambiente: La Baia di Torre Squillace, nel comune di Nardò in Puglia; in Calabria le Dune di Sovereto, a Isola di Capo Rizzuto; l’Oasi dei Variconi, a Castelvolturno, in provincia di Caserta e la Zona di protezione speciale Costa Ionica Foce Cavone in Basilicata, a Pisticci, in provincia di Matera.

L’intervento consisterà nell’apporre cartellonistica informativa per attirare l’attenzione sulla fauna e la flora del territorio, staccionate in legno protettive per la salvaguardia dell’ambiente circostante e passerelle per i pedoni, accessibili anche ai disabili, in modo da incentivare la fruibilità della natura, ma senza compromettere l’equilibrio del paesaggio, in particolare quello dunale con la sua fragile vegetazione. Interventi che sono solo apparentemente semplici, data la delicatezza dei luoghi coinvolti, ognuno con le proprie particolarità.

Torre Squillace, per esempio, è un sito in cui si incontrano storia e natura. Situata al centro dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, era utilizzata come torre d’avvistamento e sorge su una lastra di roccia calcarea ricoperta di vegetazione mediterranea alternata a cordoni dunali.

Il finanziamento permetterà a Legambiente di riprendere in mano un progetto ispirato a quello dell’amministrazione comunale locale, che prevede la costruzione di passerelle e percorsi guidati, corredati di cartelli descrittivi delle caratteristiche ambientali dell’area.

La Costa Ionica Foce Cavone, invece, che si trova all’interno di una Zona di Protezione Speciale (Zps) è caratterizzata dalla presenza di habitat integri in cui vivono uccelli migratori e specie selvatiche, ed è un importante bacino di biodiversità. L’area si compone di dune che ospitano orchidee spontanee e gigli di mare, una fitta pineta e zone umide, come il lago Salandrella.

Qui gli interventi per una fruibilità non invasiva andranno a incrementare l’attività del circolo Legambiente di Pisticci, che dal 2013 pratica mappatura partecipata delle specie, educazione ambientale, visite guidate nonché raccolta e monitoraggio dei rifiuti per il progetto Beach Litter.

Nell’Area marina protetta di Isola di Caporizzuto, invece, l’intervento interesserà le Dune di Sovereto, una zona importante per la conservazione dell’ambiente marino e – come anche l’oasi di Foce Cavone – favorevole alla nidificazione della tartaruga.

Il lavoro che si svolgerà qui, che prevede fra le altre cose la piantumazione di alcune specie autoctone della macchia mediterranea, il ripristino degli habitat e del cordone dunale con tecniche di ingegneria naturalistica, permetterà di frenare l’erosione della spiaggia causata dalle piogge invernali e dalle mareggiate.
La spiaggia e il bosco di Sovereto sono inoltre nel mirino degli speculatori, che a più riprese hanno tentato di compromettere l’area con incendi e devastazioni, nonostante sia presidiata nel periodo estivo dal campeggio che vi sorge, gestito da Arci e AMP. Gli interventi che agevolano l’accessibilità in questi luoghi assumono quindi una duplice importanza: la salvaguardia ambientale ma anche la restituzione di un bene comune alla collettività.

Come nel caso dell’Oasi dei Variconi, nel Comune di Castel Volturno. Si tratta di una delle zone umide più importanti del Mediterraneo, perché interessata da flussi di uccelli migratori per i quali rappresenta l’unica area in cui rifocillarsi nel corso del lungo viaggio dall’Africa verso l’Europa centro-orientale. Qui Legambiente insieme a LIPU aveva negli anni passati già costruito passerelle e capanni per il bird wathcing, che però sono stati più volte oggetto di vandalismo, quando non addirittura dati alle fiamme, probabilmente dalla criminalità organizzata che controlla questa zona e che non gradisce interventi di fruizione libera di questo tipo.

La campagna «RigeneriAMO la natura» permetterà qui di ripristinare le strutture e di rendere l’area nuovamente accessibile.Tutti gli interventi, che saranno accompagnati dalla pulizia dei luoghi e dall’istituzione di attrezzatura e cartellonistica che aiutino la raccolta dei rifiuti e scoraggino l’uso di materiali usa e getta, prevedono il minimo impatto e sono pensati per favorire l’aggregazione e incentivare il rispetto dell’ambiente all’insegna della condivisione inclusiva. Questo dovrebbe creare consapevolezza nei cittadini e nelle amministrazioni locali, affinché la ricchezza e la bellezza di questi luoghi venga valorizzata.