«Vi sono tante donne e tanti uomini servitori dello Stato che rischiano ogni giorno come e più di me. Ho deciso io, come tutti loro, di non curarmi di queste minacce e andare avanti. La liberazione della terra di Sicilia da questi maledetti vale più della mia vita». Il ministro dell’interno e leader di Ncd Angelino Alfano commenta così le conversazioni emerse dall’operazione Grande Passo 3, che ha portato al fermo di sei persone, ieri notte, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Secondo il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Sergio Demontis, Gaspare Spedale e Caterina Malagoli, rappresentavano il nuovo vertice di Cosa nostra a Corleone. Nei mesi scorsi, sono stati intercettati mentre dicevano di voler colpire Alfano per l’inasprimento del carcere duro. E uno di loro, Pietro Masaracchia, lo paragonava a Kennedy: «Perché a Kennedy chi se lo è masticato. Non ce lo siamo masticato noialtri là in America. E ha fatto, ha fatto le stesse cose che ha fatto Angelino Alfano… che prima è salito con i voti di cosa nostra americana e poi gli ha voltato le spalle… eh… dunque se non ci difendiamo».

E ancora: «Questo Angelino Alfano è un porco con le persone, chi minchia glielo ha portato allora qua con i voti di tutti… degli amici… è andato a finire là… insieme a Berlusconi ed ora si sono dimenticati di tutti… dalla galera dicono cose tinte su di lui, ed io gliel’ho detto a Vincenzo, se siamo, se c’è l’accordo… lo fottiamo a questo… lo fottiamo, gli cafuddiamo una botta in testa… ci vuole un po’ d’impegno». E facevano ipotesi su dove fare l’attentato: avevano parlato di Roma, poi della Sicilia, durante una campagna elettorale. Nelle ultime settimane parlavano spesso di armi da nascondere, così i carabinieri li hanno subito fermati. Per il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi «parlare di un progetto di attentato nei confronti del ministro Alfano è una espressione avanzata: siamo davanti a una conversazione tra soggetti che commentano criticamente le attività svolge dal ministro con riferimento al carcere duro».

Al ministro arriva solidarietà da tutto il mondo politico, compresa quella di Salvini. Ma il senatore Francesco Campanella, dell’Altra Europa con Tsipras, oltre a esprimere solidarietà domanda: «Perché i boss hanno detto di sentirsi abbandonati dal ministro Alfano? A cosa alludono quando ricordano chi lo avrebbe fatto eleggere?». E chiede a Renzi se «non senta l’esigenza di chiarire questa vicenda».