Più di tre milioni di persone sono ormai fuggite dall’Ucraina trovando rifugio temporaneo nei Paesi dell’Unione europea, 1,7 milioni solo in Polonia. «E’ un’ondata imponente, repentina e potrebbe raggiungere la cifra di 5 milioni di profughi», ha detto ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’informativa alla Camera.

Un flusso enorme di persone, la maggior parte delle quali sono donne e bambini, che oltre all’angoscia per non avere più una casa, durante la fuga devono fare i conti con l’artiglieria e i cecchini russi che non risparmiano i civili. Ma non basta. L’Oim, l’Organizzazione interazionale per le migrazioni, è tornata a lanciare l’allarme sul rischio che nel corso del viaggio la gente dell’Ucraina possa rimanere vittima della tratta, un pericolo che riguarda in modo particola donne e bambini che viaggiano da soli. «Il deterioramento della situazione umanitaria e i conseguenti movimenti su larga scala – ha detto l’organismo dell’Onu – sono correlati a un aumento delle minacce alla sicurezza personale e tutto questo fa sì che le persone in fuga siano ad alto rischio di sfruttamento».

Nei giorni scorsi, in una nota comune, l’Alto commissariato Onu per rifugiati e Save the Children aveva segnalato il rischio di tratta di esseri umani e sfruttamento sessuale per i profughi ucraini chiedendo agli Stati che li accolgono di esercitare un maggiore controllo soprattutto per quanto riguarda i bambini. E ieri l’Oim ha reso noto di avere informazioni proprio relate a casi di violenza sessuale e sfruttamento ad opera di «individui che promettono alle persone in fuga servizi di trasporto o altri tipi di servizi successivi». Occorre, chiede l’organizzazione, poter tracciare quanti si offrono di trasferire i profughi da una località all’altra. «Gli individui e i membri di comunità che forniscono assistenza per il trasporto e l’alloggio . è la richiesta dell’Oim – dovrebbero farlo in coordinamento con le agenzie di protezione locali e dovrebbero facilitare la registrazione e, condividere i dettagli dei contatti, i percorsi di trasporto e i luoghi di alloggio per consentire un’adeguata supervisione e salvaguardia» delle persone.

Per quanto riguarda l’Italia i profughi arrivati fino a ieri sono 47 mila, per il 90% donne e bambini (24.032 donne, 4.052 uomini e 19.069 minori). I numeri sono stati forniti dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio che ha anche spiegato come la maggior parte delle persone siano arrivate attraverso il confine sloveno e per ora «solo 2.500 utilizzano l’assistenza strutturata, mentre gli altri si sono rivolti ad amici e parenti».

Oggi dovrebbe essere licenziato il Dpcm accoglienza che prevederà l’utilizzo dei centri coordinati dal Viminale, strutture gestite dal terzo settore e case messe a disposizione da cittadini pronti ad ospitare chi ne ha bisogno. Esclusa invece, almeno per ora, la nomina di un commissario per l’accoglienza. Inoltre il dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Viminale ha avviato la procedura per ampliare il sistema della rete Sai di 3.500 posti da destinare con priorità ai nuclei familiari anche monoparentali per fronteggiare le esigenza di accoglienza. Il governo sta anche studiando la possibilità di un contributo economico mensile ai rifugiati che potranno trovarsi autonomamente un alloggio e soddisfare le esigenze quotidiane. E potrebbe anche esserci un incentivo economico alle famiglie che accolgono ucraini.