Nuova ondata di sbarchi ieri sulle coste siciliane. Circa 3.300 gli immigrati soccorsi: il rimorchiatore Asso 25 ne ha tratto in salvo 1.300 mentre 250 sono saliti a bordo di un motopeschereccio al largo di Marina di Ragusa. L’Asso ha fatto poi rotta su Pozzallo scortato dalla nave Libra della Marina militare, che trasportava altre 450 persone soccorse l’altro ieri nel Canale di Sicilia. Nella notte tra venerdì e sabato oltre 200 migranti sono arrivati a Lampedusa, tra loro, ha spiegato il sindaco Giusi Nicolini, 29 donne (tre in gravidanza) e 12 bambini, altri 266 erano già sull’isola. I soccorsi ieri sono proseguiti mettendo in salvo a Porto Empedocle 37 immigranti abbandonati nel Canale di Sicilia, a cui sono seguite 530 persone su una nave della Marina e ancora 307, tre ore dopo, su un pattugliatore della Guardia costiera.

Nei primi cinque mesi del 2014 gli sbarchi via mare hanno superato quota 43mila. E’ stato già raggiunto il totale dei migranti arrivati nell’intero 2013, se il flusso dovesse proseguire con questo ritmo probabilmente si raggiungerà il livello del 2011, l’anno delle primavere arabe e della guerra in Libia, quando sbarcarono in Italia quasi 63mila persone. La gran parte delle partenze (oltre il 90%) avviene dalle coste libiche, eritrei e siriani le nazionalità più rappresentate. «I maggiori flussi arrivano per la guerra in Siria – spiega Gianluca Petruzzo dell’associazione antirazzista 3 Febbraio –, la destabilizzazione della Libia poi rende i traffici di migranti una delle attività più remunerative al momento nel paese. Si stanno muovendo soprattutto donne e bimbi, sostenute dai capifamiglia, perché più protette da leggi e regolamenti. Nella maggior parte dei casi non vogliono restare in Italia, ma proseguire verso altri paesi europei e infatti resistono quando vengono prese le impronte per non rimanere bloccati qui, al loro luogo di approdo. C’è bisogno di politiche di accoglienza per tutti non di tornare ai respingimenti, come chiedono i partiti populisti e razzisti approdati al parlamento Ue».

Il segretario della Lega Matteo Salvini, forte del risultato alle europee, ha immediatamente ripreso la campagna contro i migranti via facebook: «Altre migliaia di clandestini in arrivo in Italia… Basta!!! Quanti altri morti si dovranno piangere? Quanti altri milioni si dovranno buttare via? Tra qualche giorno andrò in Sicilia per dire stop a Mare Nostrum». La questione migranti sarà uno dei temi caldi del rinnovato parlamento europeo e del prossimo semestre di presidenza italiana, come ha spiegato ieri il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli, a conclusione del colloquio alla Farnesina con il vice direttore generale dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, Laura Thompson. Pistelli ha presentato i numeri: l’Italia ha triplicato gli arrivi via mare nel 2013 rispetto all’anno precedente, con un nuovo incremento di circa il 900% degli sbarchi nei primi cinque mesi del 2014 rispetto al medesimo periodo del 2013. «Gestiremo i fenomeni migratori non solo con interventi di breve periodo, ma anche con politiche coerenti di lungo periodo» ha spiegato Pistelli.

Per adesso si prosegue con l’operazione Mare Nostrum, con cui la marina pattuglia e trae in salvo i migranti nelle acque siciliane, «ma non può essere la soluzione a lungo termine – ha spiegato il ministro degli Esteri, Federica Mogherini -. Bisogna anche lavorare per la stabilizzazione della Libia, principale corridoio per migranti e rifugiati, e per ridurre nel lungo periodo, attraverso la cooperazione allo sviluppo, le disuguaglianze economiche nei paesi di origine. Nel breve periodo, ci aspettiamo dall’Ue e dalla comunità internazionale una condivisione di responsabilità nella gestione dei salvataggi in mare con l’estensione del mandato di Frontex e nelle modalità di gestione dell’accoglienza dei rifugiati».

Lo stesso premier Renzi aveva spiegato in un incontro con la stampa l’intenzione di chiedere una maggior coinvolgimento dell’agenzia europea che si occupa delle frontiere esterne: «Con l’operazione Mare Nostrum stiamo salvando tante persone. Ma l’Europa deve richiamare le Nazioni Unite a intervenire in Libia e più in generale avere una capacità di gestione dei fenomeni immigratori. Pensiamo che Frontex possa essere utilizzato di più e meglio».