A modo suo, ma anche Romano Prodi si schiera a Bologna alle primarie del centro sinistra che decideranno il futuro della città. E così Matteo Lepore, assessore Pd appoggiato dalla maggioranza del suo partito e dalla sinistra di Coalizione Civica, incassa il via libera del Professore. «Mi è piaciuta l’idea della nuova fabbrica del programma», ha commentato Prodi l’idea, lanciata ieri da Lepore, di rifare la storica Fabbrica del 2005, quel capannone di Bologna dove tutti potevano portare il loro contributo per la scrittura del programma che avrebbe poi portato l’Ulivo alla vittoria contro la destra di Berlusconi. Dal Professore ancora non un endorsement, ma poco ci manca.

E così Lepore, impegnato in una dura competizione contro la civica-renziana (ma appoggiata anche da una parte del Pd) Isabella Conti, ha rispolverato l’idea prodiana. Per lui un appoggio sempre più ampio da parte delle reti della società civile bolognese, pronte se servirà a creare una lista civica, e nel frattempo impegnate a spingerlo verso il voto del 20 giugno, quando la città sarà chiamata a un referendum: Matteo Lepore o Isabella Conti? Considerando che la destra è divisa con Lega e Fratelli d’Italia che si guardano in cagnesco, le primarie sembrano già il voto decisivo.

Con Lepore Arci, Fiom, Sardine, oltre al mondo cooperativo, a pezzi importanti dell’associazionismo e della cultura. Vista da fuori una oliata macchina da guerra. Tanto più che al d-day delle primarie Lepore sarà appoggiato da Coalizione civica, la lista che a Bologna mette assieme quella sinistra che negli scorsi 5 anni aveva fatto opposizione, e che ora punta al governo della città.

Proprio a sinistra però si vedono già in filigrana le prime crepe, e per scovarle basta leggere quell’accordo elettorale tra Lepore e Coalizione che tutti sanno sarà messo alla prova del governo, ma che forse pochi si aspettavano sarebbe stato messo in discussione già in campagna elettorale. Il punto è uno dei più cari alla sinistra bolognese, che nel 2013 ci vinse pure un referendum consultivo (ignorato dall’amministrazione comunale) contro il Pd dell’attuale sindaco Merola.

Il tema è quello delle scuole private paritarie, sussidiate dal Comune che le considera parte integrante dell’offerta scolastica. Nell’accordo tra Lepore e Coalizione civica si legge che «è indispensabile riaffermare e salvaguardare il carattere pubblico della scuola dell’infanzia a gestione diretta dell’Ente locale, che la legge sulla parità scolastica ha invece indebitamente equiparato alla scuola privata». Di due giorni fa invece le parole di Lepore che, in un incontro elettorale, ha annunciato che quando sarà sindaco incrementerà «le risorse pubbliche sulla scuola e il sistema integrato con le paritarie è fondamentale. L’Amministrazione ha fatto una scelta coraggiosa in tal senso con il primo mandato Merola, dobbiamo andare avanti coerenti in quella direzione». Evidenti le contraddizioni.

Ci saranno altre sorprese? C’è chi nel vasto campo della sinistra bolognese se lo sta chiedendo. Se lo chiedono anche alcuni referendari dell’acqua pubblica che stanno per rilanciare la campagna in occasione del decimo anniversario del referendum del 2011 (anche questo inascoltato). Nel programma firmato da Lepore c’è infatti un punto in cui si preannuncia un «percorso di ritorno del controllo pubblico sui beni primari comuni, a partire dall’acqua». Sarebbe acqua pubblica nel senso dei referendari, secondo le letture di Coalizione Civica. È qualcosa di più sfumato per Lepore.

Dubbi anche sul Passante di mezzo, la maxi infrastruttura che allargherà le corsie di autostrada e tangenziale che già lambiscono popolosi quartieri della città. Coalizione civica non vorrebbe farlo proprio, ma sa di dovere mandare giù l’amore boccone, sperando magari di riuscire a rallentare il più possibile la grande opera e se possibile di trovare un’alternativa coinvolgendo esperti e cittadini in commissioni e assemblee capaci di ribaltare quanto sembra ineluttabile. Ma tutto il Pd, Lepore compreso, è orientato verso il via libera ai lavori, con qualche intervento di miglioramento dell’opera in chiave green.

Resta, in Coalizione civica, l’obiettivo di essere determinante nel governo di Bologna per i prossimi 5 anni. «Non c’è mai stata un’opportunità del genere», dicono i militanti. Tanto più che a breve arriveranno i fondi del Pnrr. E quelli, come da slogan, Coalizione vorrebbe usarli per fare di Bologna «la città meno diseguale d’Europa».