Come atteso, il Csm è tornato sui suoi passi, nella nomina del procuratore capo di Roma. Quasi all’unanimità, il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha nominato il sessantaquattrenne Francesco Lo Voi, negli ultimi sette anni a capo dei pm di Palermo, legittimo successore del procuratore Giuseppe Pignatone, sostituito nel marzo 2020 da Michele Prestipino.

Una nomina, quest’ultima, contro la quale fecero ricorso al Tar del Lazio – vincendolo, anche in sede di Consiglio di Stato – lo stesso Lo Voi (per un «vantaggio di titoli») e il Procuratore generale di Firenze, Marcello Viola (per «vizi di forma»), entrambi di Magistratura indipendente, la corrente più conservatrice del Csm.

Ieri, in plenaria a Palazzo dei Marescialli, Lo Voi ha ottenuto 19 voti, mentre Viola è stato votato solo dai consiglieri ex davighiani Sebastiano Ardita e Nino di Matteo. Tre gli astenuti. Si chiude così una vicenda segnata da «interferenze tra magistrati e politici», come sottolineato dallo stesso Csm, fin dal maggio 2019 quando le intercettazioni dell’hotel Champagne rivelarono gli intrighi per la scelta del capo dei pm di Roma.

Ma anche la nomina di Lo Voi al vertice della procura di Palermo era stata segnata dal ricorso al Tar dei candidati perdenti, gli allora procuratori di Caltanissetta, Sergio Lari, e di Messina, Guido Lo Forte. Ma Lo Voi ottenne i voti non solo di MI, dei consiglieri di centrodestra, ma anche dei laici del Pd e di Maria Elisabetta Alberti Casellati, oggi Presidente del Senato, allora componente laica di FI. Nel suo c.v., Lo Voi vanta una lunga carriera come magistrato antimafia e nella Dda fin dalla sua costituzione.