I pm Stefano Civardi e Mauro Clerici e il Procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, titolari dell’inchiesta penale avviata dalla Procura di Milano nei confronti di ArcelorMittal dopo l’annuncio del recesso dal contratto d’affitto dei rami d’azienda del gruppo ex Ilva, hanno depositato ieri una memoria difensiva in replica a quella dei legali della multinazionale dello scorso 16 dicembre. Il tutto in vista della prossima udienza fissata per il 7 febbraio, alla vigilia della quale le parti in causa, i commissari Ilva e la multinazionale, potrebbero chiedere un nuovo rinvio come già avvenuto nelle due precedenti udienze, visto che appare alquanto improbabile che il governo e i vertici di ArcelorMittal raggiungano entro il 31 gennaio un’intesa sul nuovo piano industriale.
Tornando alla memoria difensiva dei giudici milanesi, gli stessi evidenziano come all’azienda sfugga «il concetto di interesse pubblico»: per questo motivo, nel chiedere l’estromissione dei pm dal contenzioso civile con l’ex Ilva «non riesce in concreto a rappresentarsi l’interesse perseguito da questo ufficio né a comprendere la richiesta fatta in sede cautelare. Si ricorda infatti come il recesso dai contratti di affitto arrechi un irreparabile nocumento ad impianti industriali strategici a presidio della cui integrità sono facilmente invocabili anche norme sanzionatorie penali». Per i pm «il ricorso della Procura è pienamente ammissibile e coerente in quanto nel procedimento ci sono interessi pubblici coinvolti sotto il profilo della tutela dell’ambiente, dell’occupazione, degli impianti strategici per l’economia nazionale».
Intanto, in attesa di buone nuove da Roma, i sindacati metalmeccanici di Taranto tornano a scontrarsi con l’azienda, dopo la comunicazione giunta ieri sulla fermata sino a fine marzo dell’acciaieria 1, con la collocazione in Cig di altri 250 lavoratori. A monte della decisione della multinazionale «lo scarso approvvigionamento di materie prime e l’attuale capacità produttiva legata alle commesse». Marcerà a pieno regime la sola Acciaieria 2, dove saranno trasferiti alcuni lavoratori dell’impianto che sarà fermato. Soltanto la scorsa settimana l’azienda aveva comunicato ai sindacati la ripartenza del reparto treno lamiere dal 10 febbraio, per un periodo di quattro settimane, per la produzione di lamiere e piastroni di circa 30mila tonnellate destinate al mercato interno ed estero, con il rientro di tutta la forza lavoro pari a 360 unità.
Infine, sempre ieri, Arpa Puglia ha reso noto che la Seconda sezione Bis del Tar del Lazio ha sancito che il Piano ambientale adottato con Dpcm 2017 non rappresenta uno strumento derogatorio della disciplina generale per la bonifica dei siti inquinati; pertanto, dando ragione ad Arpa Puglia, ha confermato che le attività di bonifica si dovranno svolgere nel rispetto delle norme più rigorose del Testo Unico dell’Ambiente, nonostante il ricorso di Ilva in ammistrazione straordinaria.