Un’udienza fiume durata oltre dieci ore, con due sospensioni. Decine di richieste di costituzione di parte civile, alle quali si sono opposte altrettante eccezioni sollevate dai legali degli imputati nel corso della quarta udienza preliminare del processo per il presunto disastro ambientale provocato dall’Ilva di Taranto. Le eccezioni dei legali degli imputati hanno riguardato soprattutto le costituzioni di parte civile degli enti pubblici (Comune di Taranto, Provincia e Regione Puglia) e delle tante associazioni.

Dopo una prima pausa tecnica, il giudice per le udienze preliminari Vilma Gilli nel corso del pomeriggio ha sospeso per mezz’ora i lavori.

Decine gli avvocati intervenuti, tant’è che non si è riusciti a esaurire tutti gli interventi entro la seduta di ieri. Con il gup che nemmeno ha sciolto la riserva sulle richieste, che molto probabilmente avverrà nella prossima seduta.

Sono 52 gli imputati (dopo la morte dell’ex patron dell’Ilva, Emilio Riva), ovvero 49 persone e tre società, vale a dire Ilva Spa, Riva FIRE (holding che controlla l’87% delle azioni della società Ilva) e Riva Forni Elettrici. Le richieste di costituzione di parte civile sono in tutto oltre 1100: un numero spropositato, tant’è che i sospetti che più di qualcuno abbia deciso di farsi pubblicità o di lucrare sul disastro ambientale assumono a ogni udienza le sembianze di certezze. Anche perché sono 286 le persone offese indicate dalla Procura nella richiesta di rinvio a giudizio. Tant’è che uno dei legali dell’Ilva ha dichiarato che «il numero andrà sfoltito e che il giudice sfoltirà, altrimenti assisteremo a un processo penso ingestibile sotto questo aspetto». L’istanza di costituzione di parte civile è stata presentata anche dal Comune di Statte, da quasi 500 lavoratori e da singoli cittadini.

Particolare anche la posizione degli enti pubblici. Il Comune e la Provincia di Taranto hanno chiesto ciascuno un risarcimento di 10 miliardi di euro: ma sia l’attuale sindaco Ippazio Stefàno che l’ex presidente della Provincia Gianni Florido, risultano tra i rinviati a giudizio. Stesso discorso per la Regione Puglia, costituitasi anch’essa parte civile, ma che vede l’attuale governatore Vendola tra gli imputati. Il cui legale nella seduta di ieri ha chiesto di escludere dalle parti civili i Verdi, Legambiente, Wwf, Peacelink, Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti ed altre associazioni, creando ulteriori polemiche. Prossima udienza il 16 dicembre.

Intanto, proprio ieri l’Ilva ha ottenuto la seconda tranche del prestito ponte (125 milioni per un totale di 250 milioni di euro) da parte delle banche Unicredit, Intesa San Paolo e Banco Popolare, necessario per garantire l’operatività della azienda e il pagamento di stipendi ai lavoratori diretti, alle ditte dell’indotto e dell’appalto e ai fornitori.

Il prestito ponte, concordato a settembre, gode del diritto di prededuzione: vale a dire che in caso di default dell’azienda i debiti bancari saranno i primi ad essere rimborsati.