«Ormai in Italia si è privatizzato pure troppo, abbiamo privatizzato più di tutti. Secondo me in alcuni casi non si doveva privatizzare o fare operazioni diverse». Le privatizzazioni come procedono? Chi ha fatto questa dichiarazione di sapore vagamente estremista è nientemeno che Matteo Renzi.

Mentre il 2015 si è proceduto con Enel e Poste Italiane, il 2016 doveva essere il turno di Ferrovie dello Stato e Enav, ma per il primo, nonostante la grancassa mediatica, sembra essere stato rimandato. Per l’Ente Nazionale Assistenza di Volo (Enav) il processo sembrerebbe incombente. Vedremo.

Sicuramente è stata trovata la persona giusta: Roberta Neri è al comando da luglio 2015 (compenso 192mila euro), vanta una esperienza professionale in Acea spa in veste di «Chief financial Officer», per cui «tra le attività di maggior rilievo cui ha partecipato in tal periodo, il processo di privatizzazione e societarizzazione della multi-utily»; è diventata per la stessa Acea Spa consigliere di amministrazione da aprile 2015. «Ha inoltre ricoperto la carica di Amministratore delegato di Byom, advidor tecnico di un fondo immobiliare speculativo chiuso». Così il Cv istituzionale. Una garanzia per il rispetto dei beni comuni.

Naturalmente le istituzioni dell’Unione europea non mancano mai di ricordarci quanto siano popolari da quelle parti questo genere di dinamica politica. La Commissione scrive infatti: «I risultati del 2015 in termini di debito hanno beneficiato di proventi da privatizzazioni per circa 6,6 miliardi di Euro (pari allo 0,4% del Pil) . Le privatizzazioni sosterranno la riduzione del debito in quanto nel periodo 2016-2018 il governo prevede di ricavarne ogni anno lo 0,5% del Pil. La privatizzazione di una quota fino al 40% del gruppo Ferrovie dello Stato (FS) è stata tuttavia rinviata a dopo il 2016 (Country Report Italia 2016)». Costernazione per il ritardo quasi palpabile.

Il 4 aprile è stata la Giornata Internazionale di lotta contro le privatizzazioni indetta dal Sindacato Internazionale dei lavoratori pubblici – che l’Usb ha anticipato il 3 con l’incontro a Milano di circa 1000 delegati. La stessa settimana è stata lanciata per il 7 aprile una Giornata Europea contro la mercificazione della salute, con azioni soprattutto in Spagna, Francia, Belgio da un agguerrito network di realtà impegnate in ambito sanitario nato nel 2012: il Network europeo contro la privatizzazione e commercializzazione della salute e della protezione sociale, la Federazione europea dei sindacati del pubblico impiego (Epsu), il People’s Health Movement e Alter Summit. Nella conferenza di lancio a Brussel è stata presentata una nuova piattaforma-database sui meccanismi di privatizazione: http://www.health-is-not-for-sale.org

Fra i signori europei dell’austerità ed i movimenti che cercando di combattere tali trend si trova il Governo e le istituzioni nazionali. Renzi se sente l’affanno di una drammatica restrizione della sovranità – che gli rende difficile anche delle semplici concessioni clientelari – non si sottrane alla implacabile, inesorabile dinamica. Quella per cui la Commissione esige il rispetto del gettito di mezzo punto di Pil all’anno fra 2016-18 per le privatizzazioni, pari a 8 miliardi nell’anno corrente. E dato che quella di Ferrovie è stata rimandata, occorre trovare qualcos’altro. Enav non basta, darebbe solo 1,8 mld.

Da una parte l’obbligo di riduzione forzosa del debito pubblico, nel contesto privatistico e finanziarizzato; dall’altro la correlata restrizione della spesa pubblica agiscono come inderogabili direttrici della nuova governance europea, la vera, ultimativa, matrice di privatizzazioni e riduzioni di diritti.