Dopo 34 mesi ieri, per la prima volta, gli occupanti del teatro Valle hanno incontrato un esponente della giunta comunale di Roma in una sede ufficiale: l’assessorato alla cultura di piazza Campitelli. L’incontro poteva avvenire già nel settembre scorso, quando gli occupanti annunciarono il raggiungimento della quota necessaria di 250 mila euro versata da oltre 5 mila soci per creare la fondazione «teatro Valle bene comune».
All’assessora alla cultura Flavia Barca, e alla giunta di Ignazio Marino, chiesero di avviare un percorso per trovare una soluzione condivisa. E lanciarono una sfida a Roma Capitale: confrontarsi su un modello di gestione del teatro aperto e partecipato come prevede lo statuto elaborato con Ugo Mattei, Stefano Rodotà o l’ex presidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena insieme ad una consultazione online durata due anni.
Dopo mesi di incertezze, tensioni fuori e dentro la giunta, il rifiuto del riconoscimento della personalità giuridica della fondazione da parte del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, Barca ha rotto gli indugi e ha promosso un «processo di ascolto» sul Valle. Prima ha composto una commissione di «facilitatori» composta da Franca Faccioli, Mimma Gallina, Christian Iaione, Alessandro Leon e Marxiano Melotti. La commissione ha incontrato Marino Sinibaldi, presidente del Teatro di Roma, il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Carlo Fuortes, Emanuela Giordano (Casa dei teatri), Andrea Posi (Accademia Filarmonica Romana) e un rappresentante del primo municipio di Roma. L’obiettivo, ha confermato ieri Barca a una cinquantina di attivisti che hanno partecipato all’incontro, è di redigere un rapporto che diventerà una «memoria di giunta». In seguito, questo documento verrà presentato al ministero dei Beni culturali guidato da Dario Franceschini, il soggetto a cui l’edificio del Valle resta tuttora affidato. Se approvata, la memoria avrà un valore vincolante per la giunta Marino e rappresenterà la posizione ufficiale del Campidoglio davanti al Mibact. «È un lavoro utile per accelerare il processo decisionale su uno degli spazi teatrali più importanti della città – ha commentato Flavia Barca – procederemo rapidamente alla stesura del report che sottoporrò alla giunta». L’assessorato ha infine incontrato gli occupanti e sembra essere orientato a scegliere come modello di partenza il regolamento sui beni comuni approvato recentemente dal comune di Bologna. Si tratta di un «patto di collaborazione» tra il comune e i cittadini che vogliono prendersi cura dei beni comuni come spazi urbani, strade, scuole, biblioteche, musei nei quartieri Navile, San Donato e Santo Stefano. La fondazione proposta dal Valle è sensibilmente diversa, ispirata all’idea dell’auto-governo dei cittadini e dei lavoratori com’è stato ribadito ieri. In questa ottica, gli occupanti intendono coinvolgere gli enti locali in un percorso che potrebbe portare ad un diverso modello di gestione del pubblico. Il processo è aperto.