I primi dibattiti tra i democratici che corrono per le presidenziali del 2020 si sono svolti a Miami, divisi in due round di 10 candidati alla volta, molti dei quali hanno nei sondaggi numeri a cifra singola e hanno fatto del loro meglio per acquistare visibilità nazionale.

Il secondo dibattito che vede lo scontro tra i due colossi, Joe Biden e Bernie Sanders si è tenuto troppo tardi per scriverne qui, a causa dell’impietoso fuso orario, mentre il primo è finito da qualche ora ed ha visto, come prevedibile, risplendere la stella di Elizabeth Warren, in salita costante nei sondaggi. A questo stadio della campagna i dibattiti servono per lo più a comprendere chi è chi, e se ne deriva anche dove sta andando il partito. Al contrario di come spesso accade, i candidati non si sono scagliati l’uno contro l’altro, volendo probabilmente mantenere la posizione descritta da Biden pochi giorni fa, quando ha esortato la base democratica, alla fine delle primarie, a votare per il candidato dem vincente, anche se questo non dovesse essere il preferito. Altro elemento degno di nota è il fatto che, quando in dubbio, i candidati, in special modo il senatore afroamericano del New Jersey Cory Booker, hanno preferito abbracciare la posizione più di sinistra e questo è un dato che illustra l’aria che tira dentro il partito.

Il format del dibattito che prevedeva risposte secche da sintetizzare in 30/40 secondi, ha penalizzato i candidati con oratoria affabulatoria, come Booker, mentre il sindaco di New York, Bill De Blasio, li ha usati molto bene capendo di dover abbandonare le analisi e rispondendo per lo più tramite slogan, risultando così più convincente del previsto.

Chi ha davvero convinto è stato l’ex sindaco di Sant Antonio, Texas, ex segretario di Obama, Julian Castro, che ha avuto un’appassionata discussione sull’immigrazione e si è scontrato con il sindaco di El Paso, Texas, Beto O’Rourke, che dopo l’ottimo risultato alle primarie sta faticando a diventare la nuova stella nascente democratica, ruolo che sembra essere occupato dal sindaco di South Bend, Peter Buttigieg, sul palco tra poche ore.
Dalla vittoria del midterm i candidati sembrano aver imparato che per vincere non basta sventolare il demonio Trump, che non ha monopolizzato il dibattito, ma portare proposte.

Si è parlato di sanità pubblica, di diritto all’istruzione, di clima, di immigrazione, di tutti i diritti in pericolo, e se riguardo ad un sistema di sanità pubblica gli unici due ad appoggiare la visione più socialdemocratica basata su un servizio sanitario nazionale, sono stati Warren e De Blasio, tutti hanno comunque portato piani politicamente fattibili per non tornare al sistema affidato solo alle assicurazioni private. La frase più bella a riguardo è stata quella di Warren: «La salute è un diritto umano, e io lotto per i diritti umani».