Il Coronavirus oltrepassa il colonnato di San Pietro, scavalca le mura leonine e fa la sua comparsa nei sacri palazzi.

Ieri mattina in Vaticano è stato accertato il primo caso di paziente positivo al Covid-19. Alcune voci, non confermate ufficialmente, riferiscono di un prete lombardo di ritorno dal nord Italia.

In ogni caso si tratta di un dipendente della Santa sede, laico o ecclesiastico, che si è rivolto al Fondo assistenza sanitaria, il poliambulatorio che assicura le prime cure ai cittadini vaticani e al personale in servizio presso la Curia romana, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e gli enti gestiti dalla Sede apostolica.

Sottoposto al tampone, è risultato positivo ed è stato trasferito in un ospedale italiano, presumibilmente il policlinico Gemelli.

Già avviati i controlli su tutte le persone che hanno avuto contatti con il «paziente zero» vaticano (fra cui i partecipanti ad un evento sull’intelligenza organizzato all’auditorium di via della Conciliazione dalla Pontificia accademia della vita a fine febbraio), per cui non è escluso che il numero dei contagiati potrebbe crescere, considerando che i dipendenti attualmente in servizio dello Stato del papa sono quasi duemilacinquecento, a cui vanno aggiunti circa 450 residenti, tutti concentrati in poco meno di mezzo chilometro quadrato.

Sono stati immediatamente chiusi «tutti i servizi ambulatoriali della Direzione sanità e igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti», informa il direttore della sala stampa della Santa sede, Matteo Bruni.

Ma in queste ore in Vaticano si stanno ipotizzando misure preventive straordinarie clamorose, a cominciare dalla trasmissione in streaming dell’Angelus di domenica prossima a San Pietro: papa Francesco non si affaccerebbe dalla finestra del Palazzo apostolico che dà sulla piazza, così da evitare l’affollamento dei fedeli, che seguirebbero la preghiera dell’Angelus in diretta sul portale o sulla app del canale Vatican News.

Potrebbe essere annullata anche l’udienza generale di mercoledì prossimo, mentre sono già stati cancellati i vespri che tradizionalmente si svolgono in Cappella sistina durante tutti i venerdì di Quaresima. Da lunedì sarà chiuso l’Archivio vaticano, dove da pochi giorni si potevano consultare le carte su Pio XII.
E sono numerose le aree a rischio in territorio vaticano, come la basilica di San Pietro e i musei vaticani, dove, benché in forte diminuzione nelle ultime settimane, arrivano visitatori da tutto il mondo, sui quali fino ad ora non viene eseguito nessun tipo di monitoraggio. Verranno chiusi anche loro, così come già accaduto per le catacombe?
L’emergenza Coronavirus sta investendo tutta la Chiesa italiana, con l’adozione di misure – alcune da parte del governo, altre delle diocesi – che rimandano agli scenari descritti da Boccaccio nel Decameron e da Manzoni nei Promessi sposi. Le celebrazioni delle messe con la partecipazione dei fedeli saranno proibite nelle «zone rosse» di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e nelle province di Savona, Pesaro e Urbino anche domenica prossima, si fa tutto in diretta streaming.
Nel resto d’Italia le messe si possono celebrare, ma a condizione che sia garantita la «distanza di sicurezza» fra i fedeli. Ma è vietato lo scambio della pace, è possibile ricevere la comunione solo sulle mani e le acquasantiere vanno svuotate.
E mercoledì prossimo a Roma giornata di digiuno e preghiera per i contagiati dal Coronavirus, con messa – ovviamente in streaming – al santuario del Divino amore. Insomma non resta che affidarsi alla preghiera.