Un contagiato all’Udinese. Un altro al Verona. In Serie B altri tre (e fanno cinque) al Monza. Ancora tracce di Covid-19 nel pallone italiano. Una sequenza senza pause. Per la squadra friulana, partita rinviata con il Pordenone dopo il test positivo per un esponente dello staff esterno, senza contatti con i calciatori e i tecnici. Squadra in isolamento, mentre a pochi chilometri di distanza monta l’agitazione per la positività del ceco Antonin Barak del Verona, positivo a un controllo con la sua nazionale. Già, le nazionali.

Atleti in giro per l’Europa, virus in circolo, rischi di contagio, anche di focolai, come quello che ha rischiato di produrre l’Under 21 italiana in Islanda, prima di essere rispedita a casa, in quarantena, dalle autorità islandesi. In Italia invece c’è gloria anche per la Serie B: al Monza, il club di proprietà di Silvio Berlusconi, si contano altri tre positivi, ora in isolamento mentre il resto della squadra continua ad allenarsi, come disposto dall’ormai discusso e discutibile regolamento approntato dal comitato tecnico scientifico in estate e approvato con una circolare dal ministero della Salute. Dunque, con il ritorno dei campionati nella prossima settimana avanzano le prospettive di altre partite rinviate.

Anche se, incredibilmente, la Lega di A non si è ancora espressa su Genoa-Verona, con i liguri ancora decimati, 17 positivi, in attesa di nuovi tamponi. Ma anche in Inghilterra non si scherza, anzi c’è il caso di prima partita sospesa in corso a causa del Covid-19. Inghilterra-Scozia di Under 19, l’allenatore degli scozzesi è positivo a un test effettuato poche ore prima, gira la notizia durante il primo tempo della partita e l’arbitro decide di sospenderla per evitare ulteriori contatti ai calciatori, provando così a evitare un focolaio.

Un incubo, il Covid-19 che mica tocca solo il pallone: al Giro d’Italia il britannico Simon Yates, è stato il primo corridore di una grande corsa a tappe fermato per Covid-19. E sul conflitto di potere tra Governo e Regioni (Asl), il nocciolo della questione, almeno nel calcio, il membro della commissione medica della Figc e medico sociale del Bologna, Gianni Nenni, apre alla modifica del protocollo sanitario che regola l’attività delle squadre insistendo su un punto decisivo, ovvero sulla necessità di uniformità di intervento delle Asl. Sinora è intervenuta solo l’autorità sanitaria di Napoli per fermare gli azzurri diretti a Torino per la gara di campionato con la Juventus. Invece in silenzio sia l’Asl di Genova, non interpellata dal Genoa che dopo la partita con il Napoli ha prodotto un focolaio e neppure l’Asl di Torino si è attivata per impedire alla Juve di affrontare i campani.