Prima giornata di sbarchi di migranti nei porti italiani con Matteo Salvini al Viminale. Ieri è approdata a Reggio Calabria la nave dell’Ong tedesca Sea Watch con a bordo 232 persone (inclusi 29 minori e una donna incinta): hanno stazionato per tre giorni in acque Sar prima che giungesse venerdì dall’Italia l’autorizzazione all’approdo. Le loro condizioni di salute sono precarie, come ha spiegato Giorgia Rinaldi della Sea Watch: «Sono stati soccorsi cinque giorni fa, alcuni trasbordati per due volte. Hanno sofferto il mal di mare, abbiamo avuto casi di disidratazione, ci sono persone che hanno fratture o contusioni dovute alle torture subite in Libia. Abbiamo anche casi di stress post traumatico. Era stato assicurato loro che sarebbero partiti su una nave sicura ma sono stati costretti, sotto la minaccia delle armi, a salire su gommoni insicuri». Uno dei minori ha raccontato: «Sono stato venduto per 700 dinari mentre ero in Libia, la banda che mi comprato mi ha utilizzato come schiavo costringendomi a lavorare gratis per mesi».

Nelle stesse ore altri due attracchi a Pozzallo, in Sicilia: la nave Seefuchs, della Ong tedesca Sea eye, con 126 migranti e la Diciotti della Guardia costiera italiana con 109 naufraghi. Due donne in gravidanza sono state ricoverate in ospedale, quasi tutti i migranti recuperati dalla Ong hanno la scabbia. La Seefuchs è stata al centro degli attacchi di Salvini alle autorità di Malta. La nave, infatti, aveva soccorso il 6 giugno 119 persone a bordo di un gommone instabile mentre intorno le onde arrivavano a due metri. Gli attivisti hanno chiesto aiuto a La Valletta ma, in base a quanto hanno messo a verbale ieri con le autorità italiane, i maltesi avrebbero rifiutato. Il legale dell’Ong ha spiegato: «Il comandante sta consegnando alla Guardia costiera italiana tutta la documentazione, anche le mail indirizzate al centro maltese per richiedere assistenza allo sbarco viste le condizioni meteomarine in peggioramento ed il rischio effettivo per le persone a bordo. Malta ha risposto negativamente dichiarandosi disponibile solo per evacuazione medica». Il mare era talmente agitato che non è stato possibile effettuare il trasbordo dalla Seefuchs alla più stabile Sea Watch né alla Diciotti, che ha potuto solo scortare il 20 metri fino a Pozzallo.

Venerdì Salvini ha commentato: «Il buon dio ha messo Malta più vicino della Sicilia. Non è possibile che risponda no a qualsiasi richiesta». Per poi attaccare anche le Ong: «C’è un preciso disegno per fungere da taxi». La Valletta ha replicato con una nota ufficiale: «Malta agisce in conformità con le convenzioni internazionali applicabili». Alla fine Salvini ha dovuto autorizzare gli attracchi ma, in ossequio alla campagna elettorale permanente, ha puntualizzato ieri su twitter: «Ridurre gli sbarchi e aumentare le espulsioni, tagliare i costi per il mantenimento dei presunti profughi e i tempi di permanenza, coinvolgendo istituzioni internazionali che hanno lasciato gli italiani da soli». In serata un nuovo attacco ai soccorsi: «Stiamo scannerizzando le navi delle Ong e qualche cosa abbiamo già scoperto. Navi olandesi, spagnole, inglesi, tedesche che vengono a fare i loro comodi in Italia. Se pensano di ripetere quello che hanno fatto finora, con sbarchi su sbarchi, non starò a guardare».