Le elezioni per il Campidoglio arriveranno fra poco meno di un anno ma già tormentano le forze politiche della Capitale. Favorite, sulla carta, le destre. Che però hanno i loro guai. Il leghista Salvini ha più volte parlato di un «candidato civico», ma nello scacchiere delle città Roma spetterebbe a Fratelli d’Italia. Indisponibile la presidente Meloni, tutte le strade portano a Fabio Rampelli, storico leader della destra romana, ex nuotatore e uomo da combattimento (come si vede in questi giorni alla camera durante l’ostruzionismo) ma laico e abile nelle mediazioni.

Gli avversari non hanno le idee più chiare. In questi giorni la sinistra ricomincia a parlare di gazebo. «Le primarie possono essere un importante momento di partecipazione delle molte energie della città che in questi anni si sono attivate contro le storture della gestione Raggi», ha spiegato ieri in diretta facebook Amedeo Ciaccheri, minisindaco del municipio VIII e leader del movimento Liberare Roma. Sulle stesse posizioni anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. E Massimiliano Smeriglio, eurodeputato Pd eletto da indipendente: «Entro la fine del 2020 primarie delle idee e al massimo entro febbraio del 2021 primarie del centrosinistra». Anche il radicale (italiano) Riccardo Magi, deputato di +Europa, si annuncia della partita.

Ma dal Pd l’idea delle primarie, fino a qualche mese scontata, ora viene accolta con freddezza. Negli scorsi giorni i dem hanno smentito un sondaggio, riferito da Repubblica, che li dava impegnati a testare alcuni nomi. Il più clamoroso quello del ministro Gualtieri, che solo un cambio di governo potrebbe sradicare dal Mef. Gli altri sarebbero Morassut, i minisindaci Alfonsi e Caudo e lo stesso Smeriglio. Il Pd nega di averlo commissionato, il sondaggio resta senza padre. Il Nazareno ora punterebbe a evitare le primarie calando, a tempo debito, un nome di peso. E per gli alleati sarebbe prendere o lasciare. Una scommessa ad alto rischio di lasciare orfane intere fette di elettorato. Tanto più che dalla sinistra arriva anche la proposta di desistenza al secondo turno con M5s. «Per battere le destre, se però il loro candidato non sarà la Raggi», puntualizza Smeriglio. Favorevole a questo scenario la grillina Lombardi, già schierata contro il Raggi bis.

Ma il Pd temporeggia e rimanda le scelte all’autunno. Lasciando aperto un varco per la sindaca, che da settimane accredita l’ipotesi di una sua ricandidatura: «Molti cittadini me lo hanno chiesto, ma le poltrone non sono un argomento per adesso». L’ipotesi sembra lunare sia per i fallimenti della giunta – ieri l’ennesimo rogo di un locale a Centocelle parla di intere zone della città fuori controllo – che per lo scarso seguito persino nella maggioranza dell’aula Giulio Cesare. Ma il tempo, e l’inerzia, potrebbero giocare a favore. d.p.