Dai grandi ai piccoli, dalle regionali a quelle comunali è caos primarie per i democratici campani. Non c’è pace in casa Pd e ieri la segreteria metropolitana ha confermato l’annullamento delle consultazioni nella città della Fiat, Pomigliano D’Arco. Per soli tre voti l’ex sindaco poi parlamentare e un tempo bassoliniano doc, Michele Caiazzo aveva battuto lo sfidante Vincenzo Romano, renziano e senza una grande organizzazione alle spalle. 1006 a 1003, troppo pochi considerando che domenica quando si sono tenute le consultazioni il risultato era inizialmente capovolto con Romano in testa. E dunque parapiglia e riconteggio delle schede con finale ribaltato. Da lunedì il partito locale era in fermento con le ormai consuete accuse incrociate di brogli, di schede “segnate” di votanti cooptati.

Così il comune delle grandi fabbriche, che conta quasi 40 mila abitanti, diventa un po’ il simbolo dell’anarchia campana, dopo il caso di Vincenzo De Luca che correrà come candidato Pd alle regionali nonostante la legge Severino possa dichiararlo decaduto il giorno dopo la vittoria e nonostante il parere contrario del presidente del consiglio. Ma se Renzi fa credere che in regione non voglia mettere le mani, la segreteria provinciale deve per forza ed ecco la decisione su Pomigliano: “L’esito delle primarie di domenica non rappresenta una base di partenza adeguatamente solida per costruire una proposta politica ed elettorale competitiva”. In una nota il segretario Venanzio Carpentieri parla di limitata affluenza, di divisione persistente, ma soprattutto dell’ostinata volontà dei candidati a non far slittare di due settimane le consultazioni per rappresentare completamente la coalizione di centrosinistra. Insomma anche in piccolo volano stracci con il segretario cittadino Michele Tufano pronto ad accusare Carpentieri di decidere d’imperio in maniera “intollerabile e inaccettabile”. Altro giro altra città e anche a Giugliano, terzo comune per numero di abitanti, scattano le denuncie e le indagini. Record di votanti, passati da un migliaio recatesi nei seggi per lo scontro Cozzolino-De Luca a oltre 10mila. Non male, mentre c’è chi assicura di voti comprati per 20 euro o addirittura dello scambio di generi alimentari in cambio di preferenze. Il risultato per il momento c’è. Vince per una manciata di voti Antonio Poziello (37,74%) contro il renziano che aveva appoggiato in regione Gennaro Migliore, Nicola Pirozzi