Pedro Sánchez affronta oggi il primo importante scoglio elettorale della sua accidentata carriera alla guida dell’esecutivo spagnolo. Si vota infatti per eleggere i 109 deputati del parlamento andaluso di Siviglia, dove governa da quasi 40 anni ininterrottamente proprio il Partito socialista operaio spagnolo. La federazione andalusa è quella che di gran lunga ha il maggior peso nel partito a livello nazionale: nonostante questo, la sua leader incontrastata, Susana Díaz, non riuscì a conquistare la segretaria del partito che oggi occupa Sánchez. Díaz fu una delle principali avversarie di Sánchez nella sua corsa che in quel momento sembrava disperata. Oggi naturalmente ogni dissapore è nascosto sotto una spessa coltre di pragmatismo politico, ma la decisione di Díaz di sciogliere anticipatamente il parlamento andaluso per la seconda volta in tre anni si è trasformata in un importante banco di prova per la tenuta del governo di Madrid.

Sono ormai settimane che l’esecutivo socialista scricchiola, soprattutto dopo che i partiti catalani hanno deciso di non appoggiare la finanziaria che Sánchez aveva negoziato faticosamente con Podemos. Si respira un’aria da saldi nelle ultime iniziative governative, come se Sánchez stesse cercando di portare a casa il più possibile prima dell’ineluttabile incontro anticipato con gli elettori.

Eppure non è ancora detta l’ultima parola. Il risultato a Siviglia potrà cambiare le carte in tavola. Nessuno mette in dubbio che, ancora una volta, sarà il partito socialista ad arrivare primo (solo una volta venne superato dal Pp nel 2012 per una manciata di voti, ma questo non bastò per scalzare i socialisti dal potere). Ma la mappa politica oggi è molto diversa. Oltre al Pp di Juan Manuel Moreno (a sua volta, non affine al segretario nazionale attuale Pablo Casado: aveva infatti appoggiato la sua rivale Saéz de Santamaría), gli altri due attori importanti sono Ciudadanos, finora alleati di Díaz nel governo, con Juan Marín, e Adelante Andalucía, la coalizione di Podemos e Izquierda Unida (molto radicata a queste latitudini), guidata dalla podemita Teresa Rodríguez, anche lei non della cordata di Pablo Iglesias a Madrid, che difende l’autonomia di Podemos Andalucía e che giura che non appoggerà mai Díaz. E poi aleggia un fantasma: quello del partito di estrema destra Vox, che non ha mai avuto rappresentanti in nessun parlamento locale o nazionale in Spagna ma che alcuni danno sull’orlo dell’ingresso in quello sivigliano. Sarebbe la prima volta, e sarebbe un campanello d’allarme per tutti perché finora la Spagna era stata fra i pochissimi paesi in Europa ad aver canalizzato la gran parte dello scontento a sinistra invece che a destra.

Una realtà parallela, insomma, che però, nonostante la distanza dei protagonisti dai rispettivi referenti politici nazionali, darà la chiave di lettura per capire che succederà nei prossimi mesi fino all’appuntamento chiave di maggio 2019 con europee e amministrative. Di quanto sarà la vittoria socialista rispetto al secondo? Quanti voti perderanno? Dal 2004, i socialisti sono passati da quasi due milioni e 300mila voti al milione e 400mila di tre anni fa. Chi sarà il secondo partito? Fino a pochi anni fa, nessuno dubitava sarebbe stato il Pp. Ma oggi spingono molto forte Ciudadanos e la stessa Adelante Andalucía (meno probabile). La misura della sconfitta o della tenuta popolare (nel 2015 aveva un milione di voti) darà elementi sulla forza del nuovo Pp di Pablo Casado, decisamente più a destra e meno moderato di quello di Mariano Rajoy. Ciudadanos ha alzato la testa e vorrebbe disputare, a Siviglia come a Madrid, lo spazio politico popolare: ma rimangono gli alleati più probabili per una riedizione del susanismo. Infine Adelante Andalucía sarà un esperimento interessante. Rodríguez ha condotto moltissime battaglie di sinistra nel parlamento uscente: l’inedita (da queste parti) alleanza con Izquierda Unida, con il numero due della lista comune Antonio Maillo, legatissimo al segretario nazionale Alberto Garzón, pur rivendicando autonomia dalle decisioni nazionali, darà elementi di valutazione anche a Madrid.

Se socialisti e Adelante Andalucía dovessero vincere meglio del previsto, è molto probabile che Pp e Ciudadanos allenteranno la presa sul governo Sánchez, regalandogli qualche mese di vita in più. Se ciò permetterà a Sánchez maggiore spazio di manovra sulla Catalogna, forse riuscirà a sopravvivere. Altrimenti la vittoria di Díaz non gli servirà a nulla.