Rieccolo Paolo Atzei, l’arcivescovo di Sassari diventato ormai una star degli integralisti cattolici. Non bastava la polemica scatenata lo scorso Natale, quando la dirigente di una scuola elementare rigettò la sua richiesta di visita pastorale; non bastavano le dichiarazioni omofobe pronunciate davanti agli studenti di un liceo; non bastava l’intervista rilasciata lo scorso 2 gennaio al sito di informazione di Tiscali sulla Rivoluzione francese come matrice di tutto il male del mondo contemporaneo. No, a monsignore Paolo Atzei tutto questo non bastava. E allora s’è fatto intervistare, pochi giorni fa, dalla testata on line «Lafedequotidiana.it» e ha detto la sua anche sulla tragica realtà dei migranti. «La carità – dice Atzei nell’intervista ripresa anche dal sito on line di estrema destra Rinascimento nazionale – parte dalle persone più vicine a noi, e parlo degli italiani, che soffrono e spesso sono in miseria». E aggiunge: «Per esercitarla, la carità, ci vuole equilibrio, mentre la tentazione, magari ideologica o demagogica, di privilegiare i migranti rispetto agli italiani esiste e qualche volta diventa una sorta di moda».
Quindi, la carità fatela prima ai poveri italiani, e dopo pensiamo agli immigrati. Nell’intervista Atzei dice anche che «la solidarietà è un dovere del cristiano», ma specifica che «tuttavia non è ragionevole lasciare libero e incontrollato accesso a tutti senza limiti», perché «poco alla volta rischiamo di smarrire la nostra identità cristiana e prima o poi questi (i migranti, ndr) finiranno per mangiarci i maccheroni in testa».

Secondo l’arcivescovo di Sassari, inoltre, la decisione dell’Austria di chiudere le frontiere è «una condotta difensiva che dal punto di vista strettamente cristiano non è bella», ma che si può «comprendere e giustificare dal punto di vista della prudenza, perché davanti a chi invade ci si cautela».
L’altro ieri l’ufficio delle comunicazioni sociali l’arcidiocesi sassarese ha confermato la sostanza delle affermazioni di Atzei. «A proposito dell’intervista di Monsignor Arcivescovo – recita una nota pubblicata su Arcidiocesisassari.it – riteniamo che non ci sia nulla da smentire sulla sostanza, perché quelle parole rispondono al principio di prossimità pratica. Che comincia dalla propria persona e nella fede si proietta oltre i confini della propria casa, famiglia e Patria. San Tommaso afferma in merito: ‘La carità comincia da me stesso’» . «Alzi la mano – prosegue la nota ispirata dall’arcivescovo – chi a Sassari pensa prima allo straniero e poi a se stesso. Non risulta che siano tante le famiglie che hanno accolto un migrante in casa propria».

Parole che stridono in maniera plateale con l’iniziativa gestita dalla Caritas di Sassari proprio in queste settimane: «Rifugiato a casa mia», un progetto molto avanzato di integrazione degli extracomunitari.

Lo scorso gennaio Atzei era entrato nel mirino del Mos (Movimento omosessuale sardo). Gli studenti di un liceo sassarese avevano spedito al Mos una lettera in cui denunciavano le dichiarazioni omofobe del prelato «L’omosessualità – aveva detto Atzei durante un incontro con i ragazzi – può manifestarsi nella prima parte della vita di una persona (ossia infanzia e adolescenza), ma la maturità sessuale si raggiunge solo nell’eterosessualità». «Omosessuali quindi – denunciavano gli studenti al Mos – come immaturi e infantili, a cui deve perciò essere negato il diritto all’adozione». «Non stiamo adottando un cagnolino – aveva detto infatti l’arcivescovo durante l’incontro – Si adotta un bambino». E sempre lo scorso gennaio, in un’intervista a Tiscali News sulla polemica innescata dalla mancata autorizzazione alla visita natalizia di Atzei in una scuola elementare, a un certo punto l’intervistatore aveva richiamato il modello francese di netta separazione tra stato e chiesa e il vescovo aveva risposto: «Non mi parli della Francia. Lei lo sa com’è nata la libertà in Francia?». «Da una rivoluzione», aveva replicato il giornalista. E l’arcivescovo di rimando: «Ecco e lo sa quanta gente hanno ghigliottinato i francesi? La Francia con quello si è creata un futuro. E i musulmani, lo sa come li hanno trattati? Adesso ce li hanno in casa».