Sarà sepolto in un luogo segreto, Erich Priebke. Ma l’arcano è destinato a durare poco, visto che la sua tomba non sarà un oceano come nel caso di Osama Bin Laden, o un fiume in cui disperdere le ceneri come nel caso di Hitler, Eva Braun e Goebbels. «Abbiamo trovato un accordo con le istituzioni: il luogo della sepoltura è tra Germania e Italia, ovvero in una delle due nazioni», ha comunicato ieri il legale di famiglia, Paolo Giachini. Che aggiunge: «Dopo la tumulazione si terrà una piccola cerimonia per i familiari».

Ma l’ambasciata tedesca a Roma ha ribadito anche ieri sera: «Per quanto ci riguarda finora, nella giornata di oggi, non abbiamo avuto nessuna telefonata da parte del legale della famiglia di Priebke e non è arrivata nessuna richiesta».

Se ciò risponde a verità, la trattativa c’è stata con le sole autorità italiane, e dunque il corpo dell’ex gerarca nazista potrebbe essere sepolto in Italia, in uno dei «37 siti offerti da privati cittadini», di cui parla da giorni l’avvocato che ha messo in piedi e gestito tutta l’operazione politico-mediatica.

Giachini però a precisa domanda non risponde: «Ho l’obbligo professionale del segreto», dice. Ma non smentisce l’ambasciata tedesca. Ripete solo: «Il luogo della sepoltura sarà segreto anche perché girano delinquenti che impunemente aggrediscono le salme; naturalmente – aggiunge il penalista, presidente dell’associazione Uomo e Libertà – non sarà a Roma e provincia perché c’è l’ordinanza del Prefetto che lo vieta. L’accordo raggiunto soddisfa la famiglia, le esigenze etiche e spirituali».

Tra i «37 privati cittadini» che avrebbero offerto un sepolcro per i resti dell’ex nazista di sicuro c’è un cardiochirurgo degli Spedali di Brescia, Alberto Negri, «disposto a ospitare la salma di Priebke nella tomba di famiglia», nel cimitero della frazione di San Vitale nel comune di Roverè Veronese. «La mia – spiega Negri – è una scelta di coscienza che nasce da un desiderio di riappacificazione. Credo che anche una persona in grave torto debba avere la dignità di una sepoltura. Non si può andare avanti così, tra calci, sputi e rifiuti: se nessuno fa niente non si farà mai niente, continuerà per sempre ad esserci la guerra tra ebrei e palestinesi».

Ma dal comune di Roverè Veronese arriva un no categorico: «Per ragioni tecniche e politiche – spiega il sindaco, Fabio Erbisti –: per una questione di ordine pubblico e anche perché il regolamento cimiteriale vieta che in una tomba di famiglia possa esserci la sepoltura di una persona che non ha alcun grado di parentela con quella famiglia».

Intanto ieri sera una prima cerimonia funebre in onore di Erich Priebke è già stata celebrata dal lefebvriano negazionista don Floriano Abrahamowicz di fronte a una decina di fedeli, in uno scantinato di via Nenni a Paese di Treviso dove è stata ricavata una cappella adatta a questo tipo di funzioni religiose. «Preghiamo per il povero peccatore Priebke. Ma attenzione: peccatore sì, criminale di guerra no», ha puntualizzato Abrahamowicz che sulle responsabilità del gerarca delle Ss la pensa – cosa assai più grave – come Mario Borghezio, il più tristemente noto degli europarlamentari eletti in Italia, espulso nel giugno scorso dal gruppo europeo dell’Edf.

«I tedeschi commisero l’errore imperdonabile di cadere nella trappola della resistenza comunista, la parte più schifosa, che se ne fregò delle conseguenze», è l’analisi di Borghezio raccolta da Radio24. «Che i Gap volevano la rappresaglia, – continua il leghista – non lo dice solo Priebke, ma anche la storia. È un fatto storico, sarebbe ora di fare una rivisitazione storica di Via Rasella. Priebke e i nazisti furono dei coglioni a cadere nella trappola dei partigiani».