E’ una brutta storia di burocrazia e mancanza di buon senso che rischia adesso di sommare la beffa al danno. Querelati dal boia delle Fosse Ardeatine Erich Priebke, e assolti al termine del processo, ora il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e il giornalista del Tg2 Valter Vecellio si sono visti recapitare da Equitalia una cartella esattoriale con la quale gli si chiede di pagare 300 euro per le spese processuali. Richiesta motivata dal fatto che l’ex ufficiale nazista, condannato all’ergastolo per l’eccidio del 24 marzo 1944 costato la vita a 335 italiani, per il fisco risulterebbe nullatenente. «Sono allibito da questa vicenda», ha commentato Pacifici, che ha chiesto l’intervento della titolare della Giustizia. «Le colpe – ha proseguito – non sono di Equitalia, ma di un sistema all’interno della giustizia italiana che prevede il pagamento delle spese processuali a carico di chi ha vinto una causa nel caso in cui chi l’ha persa risulti nullatenente. Da anni Priebke intenta cause sapendo che essendo nullatenente non dovrà pagare mai le spese processuali in caso di sconfitta in tribunale».
I fatti incriminati risalgono alla sera del 1 agosto 1996 quando l’ex SS, sotto processo, stava per essere scarcerato dal tribunale militare dopo la prescrizione per le Fosse Ardeatine. Una decisione che provocò una vera sollevazione nell’aula, tanto che Priebke venne prima riarrestato e in seguito, a marzo del 1998, condannato all’ergastolo. Per quei fatti Priebke denunciò Pacifici e Vecellio per sequestro di persona e ingiurie nei suoi confronti. Accuse però tutte cadute nel corso dei tre gradi di giudizio, che hanno sempre assolto i due imputati.
Adesso, però, qualcuno deve pagare le spese processuali, e per Equitalia spetta proprio a loro due. «La legge prevede che tutte le sentenze devono essere registrate, previo pagamento dell’imposta di registro», ha spiegato ieri l’ufficio stampa di Equitalia dopo che la vicenda era stata resa nota. «In caso di mancato versamento tale imposta deve essere richiesta, sempre in base alla legge, a tutte le parti in causa – ha proseguito Equitalia -. Per questa ragione, rispettando le norme dello Stato, l’Agenzia delle entrate e, successivamente Equitalia, hanno dovuto richiedere il pagamento non solo a Erich Priebke, ma anche a Riccardo Pacifici e Valter Vecellio».
«Non aggiungiamo al danno la beffe» è la replica Vecellio. «Equitalia specifica che la richiesta è legata al pagamento dell’imposta di registro e non delle spese processuali, cos’altro è l’imposta per la registrazione di una sentenza se non parte delle spese processuali?».
Soddisfatto per le ose si sono messe, è ovviamente il legale di Priebke, Paolo Giachini, convinto che la responsabilità di quanto sta accadendo sia di Pacifici. «Organizzando manifestazioni di piazza e ancora a seguito di pressioni sulle autorità – ha spiegato Giachini – Pacifici ha ottenuto in pochi giorni la revoca del provvedimento emanato dpo più di 15 anni di detenzione dall’ufficio di sorveglianza militare, che il 12 giugno 2007 autorizzava Priebke a lavorare presso lo studio del proprio legale, riuscendo così a ottenere la soppressione di una fonte di reddito dell’ergastolano».
«L’idea che dobbiamo pagare perché Priebke è nullatenente è ridicola», ribatte Pacifici. «Il nullatenente ha querelato tanti giornalisti per diffamazione. Alcune volte le cause le ha vinte e i soldi li ha incassati, altre volte le ha perse e non ha mai pagato nessuno. E’ come fare una partita a poker in cui un giocatore sa che può alzare la posta finché vuole perché tanto non pagherà mai».
«Incredibile, non ci posso credere, ha esclamato Nichi Vendola che ha chiesto l’intervento del ministro Cancellieri. «E’ una questione di principio – ha detto il leader di Sel – ne va della dignità della democrazia». Sulla vicenda è intervenuto anche Sandro Medici, in corsa per il Campidoglio con la lista Repubblica Romana. E Medici ha suggerito all’attuale sindaco un modo per sbrogliare la situazione: «Alemanno – ha detto – potrebbe fare un gesto di eleganza istituzionale pagando lui Equitalia».