Pazienti ingannati, ex junkies e artisti fuori canone perbene portano a casa un magnifico risultato visto che la National Portrait Gallery di Londra declina una donazione di 1.3 milioni di dollari dalla famiglia di filantropi Sackler. La Sackler trust è proprietaria della Purdue Pharma società nell’occhio del ciclone dell’attivismo statunitense per la produzione di un oppioide sotto forma di antidolorifico che genera dipendenza, l’OxyContin. Nan Goldin artista dal valore indiscusso, ex dipendente da oppioidi affermatasi con i ritratti fotografici dell’ambiente borderline americano, si è schierata nella battaglia della crisi degli oppioidi. Usando la sua influenza e fama ha dichiarato che non avrebbe collaborato con nessuna istituzione che avesse avuto relazioni economiche con la Sackler trust. Le hanno dato retta. L’onnipotenza del capitalismo turbo estrattivo ed il suo ordine simbolico riflesso nel sistema dell’arte comincia a scricchiolare. Nella prospettiva di una green economy del sistema dell’arte, che superi le proposte da lotta di classe tra arte e artisti no pain no gain da Beverly Hills in poi, se gli artisti fanno leva sulla loro posizione in arte e non viceversa i giochi assumono una prospettiva diversa. Un po’ come quella che si vedrà in mostre e rassegne prossimamente a Milano nei giorni successivi alle proteste internazionali indetto da NonUnaDiMeno a Verona per ribadire diritti universali inalienabili e salvarci a casa nostra, il pianeta tutto. Alla Fabbrica del Vapore inaugura con Vetrine di Libertà un’indagine sul discorso femminista in forma di mostra avvenuto in una delle vetrine della libreria delle donne di Milano negli ultimi quattro anni, accompagnata da una conferenza di Vandana Shiva sull’eco femminismo come risorsa globale. La libreria delle donne di Milano fu fondata anche con il sostegno economico di varie artiste ormai storiche che donarono le loro opere. Al centro FM per l’arte contemporanea inaugura «Il Soggetto imprevisto.1978 Arte e Femminismo in Italia», la prima esaustiva indagine dedicata ai rapporti tra arti visive e movimento femminista in Italia con Ketty La Rocca in pole position. Al cinema Beltrade inaugura Body Language, un ciclo biforcuto di progetti film e video che mappa esperienze della comunità non binaria e transfemminista. Insomma mentre salgono in borsa le azioni del pink sfumatura #metoo, i cui vestiti sul tappeto rosso degli Oscar di quest’anno aumentavano, come ricordano le news trasmesse nella metro del baratro con le meraviglie, si accettano donazioni per incrementare l’uso filantropico del rosa schocking NUDM avvistato in piazza a Milano lotto marzo scorso.