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Presidenziali in Portogallo, vince chi arriva secondo

Presidenziali in Portogallo, vince chi arriva secondoUn rassicurante invito a votare per le presidenziali di oggi in una stazione della metro di Lisbona – Ap

Voto e pandemia Rebelo de Sousa verso il bis, dietro è sfida socialisti-destra populista. Più del tasso di astensione spaventa quello dei contagi, «il più alto al mondo». Il capo dello stato è eletto dai cittadini, ma resta come in Italia un arbitro supremo della politica. La sua rielezione non significa il recupero del centro-destra né la sconfitta del governo

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 24 gennaio 2021

Dati della Johns Hopkins University mostrano come il Portogallo sia oggi il paese con il più alto tasso di contagio al mondo, con un totale di 600 mila contagiati e quasi 10 mila morti. Per settimane la questione del confinamento è stata posposta quasi che non esistesse un problema, fino a che, qualche giorno fa, il primo ministro António Costa ha dovuto richiudere in casa i suoi concittadini come era stato fatto la scorsa primavera.

Nonostante tutto però si è deciso di non spostare la data delle elezioni presidenziali e, anche se il contesto non lo permetterebbe, oggi si voterà comunque.

UN BRUTTO INVERNO DAVVERO. Per snellire le probabili file il governo ha cercato di diluire il più possibile l’accesso alle urne, permettendo il voto anticipato a numerose categorie: residenti fuori sede, persone contagiate, carcerati, eccetera. Tuttavia il problema rimane, perché è evidente che questo resterà negli annali come l’elezione più anomala e, speriamo di no, falsata della storia.
In realtà pochi sono i dubbi su chi sarà il vincitore, tuttavia sono comunque state settimane molto dure e non solo per il Covid-19. E poi come spiega Manuel Loff in un editoriale sul Publico, votare in questo modo favorisce la già tradizionalmente elevata astensione.
I sondaggi ci dicono che l’attuale presidente Marcelo Rebelo de Sousa – Partido Social Democrata (Centro destra Psd) – dovrebbe vincere al primo turno con il 63% dei voti. Seconda la socialista Ana Gomes con il 14%, terzo André Ventura del Chega, destra populista, con il 10%, quarto João Ferreira del Partido Comunista Português (Pcp) e infine Marisa Matias del Bloco de Esqeurda (Be) con il 3%.

SONO COMUNQUE ELEZIONI difficili da spiegare a chi non vive in Portogallo. Intanto perché è vero che il capo dello stato è eletto direttamente dai cittadini, il ché farebbe suppore un cleavage politico superiore a quella che effettivamente esiste, e poi perché ogni partito presenta il suo candidato, pur sapendo che non ha possibilità di vincere perché vincere non è necessariamente la cosa più importante, ma conta essere comunque presenti nel dibattito. E poi non sempre il candidato di un partito politico è il più votato dal suo partito politico, come nel caso di Rebelo de Sousa, più amato dai socialisti che non dagli elettori del Psd che in parte gli preferiscono Ventura. Questo perché il presidente della repubblica portoghese, contrariamente all’esperienza francese e in linea con quella italiana, è un supremo arbitro della politica. Quindi il fatto che Rebelo de Sousa vincerà con ogni probabilità le elezioni già al primo turno, non significa né che il centro-destra sia in recupero né che questo sia un voto contro il governo socialista.

DUE I GRANDI TEMI in ordine di importanza che in questi giorni hanno occupato le prime pagine dei giornali. Da una parte il contagio dall’altra la destra populista. Gli ospedali sono ormai al collasso e se il ritmo del contagio continuerà a crescere con questo ritmo sarà sempre più difficile curare tutti. I dati già preoccupanti sono calcolati per difetto perché rivela l’Instituto Nacional de Estatistica, l’aumento della mortalità nell’ultimo anno è stata del 13%. Quindi cosa sta succedendo? Una ricerca della Faculdade de Ciências dell’Università di Lisbona propone un’interpretazione abbastanza inquietante: ogni 100 morti di Covid-19 ce ne sarebbero da aggiungere 46 per ragioni collaterali: test medici annullati, operazioni rimandate, pronto soccorsi intasati.

Il secondo tema, chiaramente, la campagna elettorale. Il soggetto principale è stato sostanzialmente uno: la crescita di Chega, la destra populista di André Ventura. I media e gli stessi spin doctor di Chega sono riusciti a trasformare una tornata presidenziale priva di interesse in una sorta di referendum pro o contro Ventura. Un gioco pericoloso anche perché, a onor del vero, finora Chega come partito è abbondantemente sotto il 10%.

LA POSTA IN PALIO è quindi il secondo posto: se Ana Gomes, candidata non ufficiale dei socialisti, sarà seconda, Ventura avrà perso le elezioni. Come abbiamo visto i sondaggi sembrerebbero promettere bene, ma la voglia di estrema destra in alcuni settori della società è molto forte e lo si vede dal peso sproporzionato che i media attribuiscono a Ventura.

Per ora il sistema tiene, complice anche il forte consenso di cui tuttora godono i partiti della sinistra, complessivamente stimate al 57%. António Costa è in testa nella fiducia dei portoghesi con il 53% delle preferenze seguito da Rui Rio del Psd con il 19%. Se si votasse oggi i socialisti vincerebbero a mani basse con il 38% dei voti. Secondo il Psd con il 25%, terzo il Bloco de Esquerda con l’8,5% quarto Chega con il 7,7%, poi i comunisti con il 5,7% e il Pan (Pessoas Animais e Natureza) con il 5%.

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