Ci sono gli insulti del vicepresidente della Marche al prefetto di Roma Franco Gabrielli, gli attacchi quasi quotidiani di esponenti leghisti contrari al trasferimento dei profughi, la sensazione di «ostilità» che sentono crescere intorno al proprio lavoro, alimentata dalla propaganda di certi politici. Per finire con l’insulto di ieri al Direttore del dipartimento Immigrazione del Viminale Mario Morcone, definito «un parassita» dal vicepresidente dei senatori leghisti Stefano Candiani. «Frasi indegne», le definisce Claudio Palomba – presidente del Sinpref, il principale sindacato dei prefetti – annunciando la rivolta della categoria. «Siamo stanchi di fare da capri espiatori e ci tuteleremo in ogni sede», prosegue Palomba annunciando che le associazioni prefettizie chiederanno un incontro con il ministro degli Interni Alfano. Goccia che ha fatto traboccare il vaso anche la rimozione del prefetto di Treviso Maria Augusta Marrosu dopo gli scontri di Quinto. «Se il tema dell’immigrazione diventa uno scontro politico, la battaglia deve rimanere nell’ambito politico – prosegue Palomba – Siamo abituati a gestire le situazioni emergenziali, ma il nostro lavoro deve essere riconosciuto. E non devono scaricarsi sui prefetti le tensioni di questa situazione».

Intanto sembra avviarsi alla normalità la situazione a Casale San Nicola, il quartiere alla periferia nord di Roma teatro nei giorni scorsi di scontri per l’arrivo di 19 richiedenti asilo. Ieri mattina un secondo gruppo di 39 profughi è stato scortato senza problemi dalla polizia fino all’ex scuola Socrate trasformata in un centro d’accoglienza gestito dalla cooperativa «Isola verde». Il passaggio del pullman con i migranti è avvenuto sotto gli occhi di pochi residenti che non hanno opposto alcuna resistenza.

La possibilità di trasferire i richiedenti asilo senza ulteriori disordini era una delle condizioni poste dalla prefettura all’apertura di un dialogo con il comitato che da maggio protesta contro la presenza del centro di accoglienza. E così è stato. verso l’una un gruppo di abitanti ha incontrato il vice prefetto Clara Vaccaro e l’assessore alle politiche sociali del Comune di Roma Francesca Danese ai quali hanno fatto presenti le loro richieste. E alla fine un accordo è stato raggiunto. Nei tre casali che compongono la struttura di accoglienza troveranno posto al massimo 70 richiedenti asilo (non più 100 come previsto inizialmente) e verrà installato un presidio delle forze dell’ordine presente 24 ore su 24. «Inoltre ci è stato assicurato che le persone che verranno trasferite nel centro sono tutte già presenti in Italia da mesi, quindi con l’iter per la richiesta di asilo già avviato, identificate e sottoposte a uno screening sanitario», spiega Livia Morini, una delle portavoce del comitato. Verrà inoltre istituito un servizio navetta per i profughi che collegherà l’ex scuola con la vicina stazione della Storta. Circa la durata del centro di accoglienza, dalla prefettura si è fatto presente come il bando vinto dalla cooperativa «Isola verde» scada a dicembre, anche se non sono escluse possibili proroghe.

Rettifica

Nell’articolo «Prefetti in rivolta. Accordo a Casale», pubblicato sul manifesto di ieri, 22 luglio 2015, un taglio maldestro ha finito con l’attribuire gli insulti rivolti nei giorni scorsi al prefetto di Roma Franco Gabrielli (la frase «ti diamo olio di ricino» scritta su Facebook) al vicepresidente delle Marche anziché al vero autore, il vicepresidente del consiglio regionale delle Marche, il leghista Sandro Zaffiri. Evidentemente un errore per il quale ci scusiamo con i diretti interessati e con i lettori.