Nella cornice di Ca’ Corner sul canal Grande, domani è fissato il summit dei prefetti sulla gestione di profughi, migranti e rifugiati. I rappresentanti del governo Renzi evitano ogni dichiarazione: sono già crocefissi dal governatòr Luca Zaia (in trincea con Maroni e Toti) quanto nel mirino dei sindaci terrorizzati dai nuovi arrivi.
L’uomo-chiave è sempre Domenico Cuttaia, siciliano di 61 anni, laurea in giurisprudenza alla Sapienza e una carriera fra Verbano Cusio Ossola, Brindisi e il Viminale. È in laguna da tre anni e mezzo, collezionando anche il delicato incarico di coordinatore per la Regione dell’accoglienza dei migranti. Domani spetta soprattutto a lui indicare come sottrarsi al destino dell’incudine «popolare» e del martello politico leghista. Giusto a fine 2014, il prefetto Cuttaia aveva messo le mani avanti. Con una «nota» spedita al ministro Alfano e «per doverosa informazione» alle altre sei prefetture venete: «Abbiamo esaurito le possibilità di accoglienza attraverso il mondo del volontariato laico e religioso e stante la mancanza di disponibilità di enti locali e albergatori». A Mitia Chiarin della Nuova Venezia il prefetto aveva spiegato: «La quota assegnata alla nostra regione da parte del ministero è di poco più di 3.600 migranti. Noi ne abbiamo accolti finora più di 1.800. Ne restano altri 1.800, ma ci troviamo in grossa difficoltà. Per questo pubblicheremo nuovi bandi e pensiamo che ci possa essere ancora della offerta di disponibilità». E sei mesi fa Cuttaia aggiungeva conciliante: «Per carità abbiamo avuto la disponibilità fin da subito degli albergatori ma questa non si è tradotta, nella pratica, in una forma concreta di collaborazione. Confidiamo ora, con nuove forme di convenzione della durata di un anno, in una risposta finalmente positiva. Ci rivolgeremo in particolare ad ostelli e strutture alberghiere a una o due stelle a cui andremo a proporre convenzioni di un anno».
E il 22 aprile (numero di protocollo 425/GAB) ha siglato la dozzina di righe della lettera spedita a tutte le associazioni delle categorie economiche, ma anche ai costruttori di Ance e ai piccoli proprietari. Cuttaia offriva un rapporto contrattuale «nell’ambito di convenzioni stipulate con gestori che prevedono da parte dello Stato il pagamento di un corrispettivo fino a 35 euro al giorno per migrante, comprensivo dei pasti e dei correlati servizi di accoglienza».
Ma domani si staglia l’impasse, tanto più se scatta il boicottaggio senza vergogna. Lo segnala Claudio Salmaso, proprietario della casa di San Biagio di Teolo dove da una settimana vivono dieci profughi africani: «Quando ho dato la disponibilità alla prefettura di Padova mai mi sarei aspettato attacchi pretestuosi e calunniosi». La riflessione è offerta a tutti: «Vorrei dire al neo eletto governatore Zaia, che proprio nel momento in cui dava la stura ai festeggiamenti, questi ragazzi bevevano l’acqua contaminata dai cadaveri dei loro compagni pur di sopravvivere. Quanto in questo momento il Veneto può fare per entrambi? Loro staranno qui pochi mesi, poi partiranno per paesi più ricchi. Noi siamo un paese che non dà prospettive a nessuno, né italiani, né stranieri, e nemmeno speranze. Non fa differenza».