Al peggio non c’è fine. E se l’Anpi nazionale si stupiva del mancato intervento delle autorità, ora che prefetta e questore di Prato hanno dato il via libera alla manifestazione di sabato di Forza Nuova, servirà tutta l’intelligenza di una intera città per evitare altri disastri, dopo quello di una manifestazione sulla quale valgono le parole dell’istituzione più alta in grado della regione, quella del presidente toscano Enrico Rossi: “Trovo sconcertante che si possa autorizzare nei fatti la celebrazione dei cento anni del fascismo. Trovo questo inaccettabile. Prato, città medaglia d’argento della Resistenza, non può essere teatro di una manifestazione dove troveranno spazio richiami al fascismo e al razzismo”.
Unica “concessione” fatta dalla prefetta Rosalba Scialla, e dal questore Alessio Cesareo, è stata quella di dare il via libera alla contro-manifestazione indetta in contemporanea dall’Anpi pratese in piazza delle Carceri (ore 14.30), iniziativa che aveva avuto subito il patrocinio del Comune ma che restava senza autorizzazione delle autorità. Una manifestazione che si annuncia fin d’ora gigantesca, “perché tutti sappiano che fascisti, xenofobi, sovranisti, razzisti, violenti, non sono i benvenuti nella città di Prato e in Toscana”.
Per giustificare la loro più che contestabile decisione nel Comitato per l’ordine e la sicurezza, prefetta e questore l’hanno messa così: “Abbiamo applicato la legge, e abbiamo garantito i diritti sanciti dalla Costituzione di manifestare e di esprimere la propria opinione. Il motivo per cui ci risulta sia stato indetto il corteo, agli atti, non è la celebrazione del centenario del fascio ma la lotta all’immigrazione clandestina”. Con una nota della Prefettura è stato poi puntualizzato: “Nel corso della riunione è stata richiamata la necessità di far riferimento alla collaborazione e al senso di responsabilità di tutti, istituzioni e società civile, nel rispetto della legalità e dei principi di libertà di riunione e di libera manifestazione del pensiero, sanciti dagli articoli 17 e 21 della Costituzione”.
Queste sono state le due gocce che hanno fatto traboccare un vaso già colmo, visto che nel volantino di presentazione dell’iniziativa, titolata “Salvare l’Italia contro l’invasione dei migranti”, quelli di Fn hanno inserito un bel “100” circondato da alloro in basso al centro, per ricordare che il 23 marzo del 1919 si costituivano i Fasci di combattimento. Quanto agli articoli della Costituzione, una indignata Anpi ha subito replicato: “Si ignora consapevolmente la XII/a disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista, e le leggi Mancino e Scelba”.
Il sindaco dem Matteo Biffoni è uscito dal Comitato furibondo: “Il giorno scelto, la celebrazione del fascismo ricordata in ogni comunicazione dei forzanovisti, i toni violenti e la tensione che in questi giorni è andata aumentando, sono secondo me violazioni della legge e rischi per l’ordine pubblico in città”. Una città che è arrivata a raccogliere 20mila firme su una petizione, firmata fra gli altri da Anpi, Arci, Libera e Cgil, “per fermare la manifestazione fascista”.
Non meno sferzanti le reazioni di Cgil Cisl e Uil toscane: “Il comitato per l’ordine pubblico di Prato non ha trovato nulla in contrario a che in città si svolga una manifestazione fascista nell’anniversario della fondazione dei fasci di combattimento, nonostante la forte contrarietà del sindaco e di una arco vastissimo di forze politiche e sociali. Doveva essere vietata perché contraria alle norme e allo spirito della nostra Carta costituzionale. Prefetto e Questore con il loro nulla osta si assumono una grande responsabilità, alla loro responsabilità avrebbero dovuto pensare prima di appellarsi a quella di tutti gli altri”. Anche perché la prefettura di Milano, ad esempio, dopo due o tre provocazioni (mal)tollerate in questi mesi, è passata alla linea dura, vietando una analoga iniziativa di Casa Pound proprio per sabato 23 marzo.