Sulla trasformazione urbanistica dell’ex stabilimento militare di macchine elettriche di via Guido Reni l’articolo pubblicato il 1 maggio dal titolo «Le manovre di palazzo sulle caserme del Flaminio» riporta informazioni errate.

Non è infatti vero che: «Il progetto non è affatto nuovo e risale niente meno che al 2007». C’era un progetto nel 2007 per la Città della Scienza al Flaminio, ma non nella caserma Guido Reni, bensì in un piccolo lotto rimasto inedificato vicino al MAXXI. Si fece anche un concorso di architettura con un vincitore, ma era tutto finto. Si pensi che il museo si era ridotto ad appena 4.000 mq, non i 27.000 mq del progetto della Città della Scienza su cui sta lavorando l’attuale amministrazione.

Non è vera l’affermazione: «L’enorme volumetria (300 mila metri cubi di cemento pari a tre alberghi Hilton, avrebbe detto Antonio Cederna)». Sono 144 mila i metri cubi per funzioni residenziali, commerciali e turistico ricettive, di cui 19.200 di alloggi veramente sociali, secondo la definizione che ne dà il Decreto ministeriale del 22 aprile 2008: «Unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse generale […]di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato». L’area, che ha una estensione di 51.000 mq, e che non era di proprietà del comune ma dell’Agenzia del Demanio, diventerà di Roma Capitale per 24.000 mq e oltre alle attrezzature pubbliche di quartiere potrà ospitare una importante funzione pubblica di livello metropolitano, «La città della scienza».

Inoltre alcune precisazioni a proposito de «le folli delibere del cemento di Alemanno». Bastava leggere il testo della stessa delibera su via Guido Reni per sapere che la giunta Marino ha cancellato la delibera scandalosa di Alemanno, la n.8 del 28/29 ottobre 2010, che aveva previsto una colata di cemento sulle quindici caserme, per altro mai trasferite al Comune. Una decisione contro la quale erano sorti in città movimenti e comitati.

E infine un’osservazione sulle «manovre di palazzo sulle caserme del Flaminio». Il volume edificabile e le funzioni per la ex caserma Guido Reni erano già definite in una memoria di giunta approvata il 25 settembre del 2013, ad appena due mesi dall’insediamento. La lettera di Cassa depositi e prestiti investimenti SGR a Roma Capitale con la quale «si condividono gli scenari di trasformazione edilizia e urbanistica contenuti nella memoria» è del 17 dicembre 2013. Insomma è Cassa Depositi e Prestiti che ha accettato quanto proposto da Roma Capitale e non viceversa.

Un po’ di prudenza in più, come scrive il manifesto, quando si parla dell’urbanistica della giunta Marino servirebbe. Si tratta di una materia in cui non sono consentite approssimazioni.

Assessorato alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale