Un elicottero dell’esercito pachistano è precipitato tra le montagne della regione settentrionale del Gilgit-Baltistan causando sette vittime. Tra i morti figurano gli ambasciatori di Filippine, Domingo Lucenario, e Norvegia, Leif Larsen, a Islamabad, e le mogli dei due diplomatici dell’Indonesia e della Malesia, oltre ai piloti e a un membro dell’equipaggio. 18 erano i passeggeri del velivolo: 11 stranieri e 7 pachistani. Le vittime erano dirette all’inaugurazione di un faraonico progetto per turismo di élite, realizzato sei mesi fa e ieri entrato in funzione, prima che avesse luogo il disastro. Il velivolo, un MI-17, portava i passeggeri all’inaugurazione di una seggiovia all’interno del complesso turistico a Naltar, nel Nord del Pakistan.
I Tehrik-e-Taliban Pakistan, i talebani pachistani (Ttp) poche ore dopo il disastro hanno rivendicato quello che le autorità di Islamabad continuano a definire un incidente. A confermare l’ipotesi del guasto meccanico è stato il ministro della Difesa, Khawaja Asif, smentendo categoricamente che si sia trattato di attentato. Il generale ha aggiunto che in base alle informazioni iniziali a sua disposizione l’elicottero ha avuto problemi tecnici al momento della manovra per toccare terra. Per fare luce su quanto avvenuto è stata formata una commissione d’inchiesta dalle autorità pachistane.
Anche il premier pachistano Nawaz Sharif, che ha annunciato una giornata di lutto nazionale, avrebbe dovuto prendere parte alla cerimonia di inaugurazione del progetto, finanziato dal governo svizzero e realizzato dall’aviazione pachistana. Cosa che renderebbe più credibile l’ipotesi che in realtà si sia trattato di un attentato. Il suo volo non è atterrato a Gilgit dopo l’annuncio del disastro. Il portavoce dell’esercito di Islamabad, Asim Bajwa, ha in seguito confermato che tra i feriti figurano anche gli ambasciatori libanese, romeno, polacco e olandese.
Il portavoce dei Ttp, Muhammad Khorasani, rivendicando l’attentato, ha confermato che mirava a colpire il premier Sharif. I Ttp naquero nel 2007 dall’unione di varie milizie tribali locali. Si tratta di un cartello che raccoglie vari gruppi radicali del Waziristan del Nord. La loro missione sarebbe di combattere le forze Nato in Afghanistan e muovere un jihad difensivo contro l’esercito pachistano. L’attuale leader del gruppo è Maulana Fazlullah. Nel mirino del Ttp, tra gli altri, è finita la giovane attivista e premio Nobel, Malala Yousafzai. La scorsa settimana dieci uomini sono stati condannati all’ergastolo per l’aggressione che ha subito la giovane, allora appena tredicenne, nell’ottobre 2012.
Secondo le prime ricostruzioni, l’elicottero avrebbe colpito alcuni edifici di proprietà di una scuola militare. Uno di questi è stato avvolto dalle fiamme in seguito all’impatto ma gli studenti non si trovavano nelle aule. I residenti della zona hanno riferito di un grande dispiegamento di forze dell’esercito già prima che l’MI-17 precipitasse per mettere in sicurezza l’area nelle ore dell’inaugurazione.
Si tratta del più grave disastro aereo che ha colpito l’aviazione militare pachistana dal 1988 quando un attentato, secondo versioni non confermate, fece schiantare un C-130 con a bordo il generale Ziaul Haq, l’ambasciatore degli Stati uniti, Arnold Raphel e i vertici militari pachistani. Le cause del misterioso incidente non sono mai state dimostrate, ma è ampiamente ritenuto che si sia trattato di un omicidio del generale Zia ul Haq. Lo scorso anno fece scalpore a Washington l’apertura di un’inchiesta del controspionaggio contro Robin Raphel, veterana del servizio diplomatico Usa, esperta di questioni pachistane ed ex moglie dell’ambasciatore morto nell’incidente.