«Interruzioni informative», lezioni a tema e scioperi delle docenti hanno scandito ieri mattina i corsi alle università Federico II e l’Orientale di Napoli, fino all’assemblea a Porta di Massa della rete locale «Non una di meno». Nel pomeriggio il corteo ha attraversato il centro storico mentre in piazza Dante, aspettando la partenza, c’erano i banchetti informativi degli sportelli antiviolenza, le bande musicali di Materdei e Bagnoli, la rivisitazione in chiave queer delle figure femminili della letteratura come Beatrice, Laura e Lucia. La giornata però è stata segnata dalla protesta contro la visita in città di Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ieri era in tour nelle redazioni di tv e giornali locali per fare pubblicità alla sua manifestazione di sabato prossimo alla Mostra d’Oltremare.

In mattinata Salvini è stato ospite de Il Mattino, i suoi sostenitori con il Polo Sovranista avevano organizzato in città il convegno «Madri per natura». Le aderenti a «Non una di meno», con tutte le realtà di movimento partenopee, si sono fatte trovare all’ingresso della redazione del quotidiano per contestare il leader leghista e i suoi temi politici. La polizia ha caricato i manifestanti, il reporter de L’Espresso Duccio Giordano è stato manganellato mentre effettuava riprese e portato in questura, nonostante esibisse il tesserino dell’Ordine dei giornalisti. Salvini ha definito i manifestanti «le solite zecche dei centri a-sociali», auspicando: «Per chi fa casino ci vuole la galera».

Tra una mozzarella, una sfogliatella e un babà, Salvini ha trovato il tempo per spiegare ai giornalisti che «lo sciopero dell’8 marzo è una burla. Invece di fermare i trasporti e le scuole, si parli di temi concreti, di tempo casa-lavoro, di asili nido, di sicurezza personale, di blocco della presenza di un certo tipo di immigrazione. La festa della donna non si festeggia regalando la mimosa magari comprata di contrabbando da immigrati irregolari».

La replica è arrivata dal corteo: oltre 5mila hanno sfilato nel pomeriggio fino a Piazza del Gesù dietro lo striscione «Contro ogni forma di oppressione praticare femminismo e rivoluzione». C’erano le ragazze migranti arrivate dagli Sprar dell’hinterland, con loro la rete ha protestato davanti alla questura. L’altro tema del corteo napoletano era la precarietà, visto anche l’alto tasso di disoccupazione femminile al Sud: per combatterla, reddito di cittadinanza ma anche sostegno a consultori e centri antiviolenza, a tutti quei servizi sul territorio che lo Stato sta progressivamente dismettendo.

La rete proseguirà le iniziative oltre l’8 marzo. Il prossimo appuntamento è fissato per lunedì alle 17 a Santa Fede Liberata ma, prima, ci sarà la manifestazione di sabato alle 14 a piazza Sannazaro per cercare di arrivare in corteo alla Mostra d’Oltremare dove, alle 17, è atteso Salvini: «Vogliamo consegnargli un simbolico foglio di via – hanno spiegato ieri – contro la sua propaganda a favore dei respingimenti, le sue posizioni sessiste, le offese contro i meridionali. Ci porteremo le valigie di cartone, come i nostri nonni e le nostre nonne quando emigravano».