Nel prossimo anno scolastico saranno 15 mila i precari assunti, tra docenti e personale Ata, nella scuola. La cifra è stata confermata ieri dal Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza nella risposta ad un’interrogazione del Movimento 5 stelle alla Camera. Si tratta dell’ultimo scaglione definito dal piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato stabilito nel 2011 da Maria Stella Gelmini a seguito del blocco delle assunzioni determinato dall’allora ministro dell’Economia Tremonti agli albori dell’austerità e della successiva spending review. La quota di 15 mila assunzioni è inferiore di circa la metà rispetto ai precari assunti nel biennio precedente a causa della riforma Fornero delle pensioni che ha rimandato il giorno della pensione del personale di 4-5 anni. Stando ai dati forniti ieri dal ministro nel 2011 sono stati assunti 33 mila docenti e 36 mila Ata. Nel 2012 rispettivamente 31 mila e 5300, cifre da proporzionare al personale che è andato in pensione. Nei prossimi anni, a causa dell’ulteriore blocco imposto dalla riforma della previdenza, i numeri saranno nettamente inferiori. Il Miur è al lavoro per definire il nuovo piano 2014-2017 che dovrebbe portare all’assunzione di 59 mila persone, tra 44 mila docenti e 15 mila Ata, iscritte nelle varie graduatorie. In questa cifra dovrebbero essere compresi anche gli 11.842 vincitori del «concorsone» voluto dall’ex ministro Profumo, ma non coloro che si stanno abilitando in questi mesi con il «Tirocinio Formativo Attivo» o quelli che verranno con il «Tfa speciale».
Per il movimento 5 stelle il piano triennale del ministero è insufficiente «è come pensare di svuotare con un cucchiaino l’oceano della precarietà nella scuola». D’Uva non ha attribuito la «colpa» a Carrozza, ma al governo che non sembra volere fermare la politica dei tagli alla scuola». Per i 5 stelle occorre prendere le risorse dall’Expo 2015 (sul quale Letta punta moltissimo), dagli F35, dal taglio delle province, dai fondi per l’editoria o dalle missioni militari all’estero. I «tagli» alla scuola di cui parla il movimento di Beppe Grillo riguarderebbero i docenti di sostegno e gli addetti alle pulizie nelle scuole. Ieri Carrozza ha precisato di volere introdurre misure per assumere 30 mila docenti di sostegno, ma sempre «con le risorse disponibili». Che non devono essere tante, considerato il taglio di 75 milioni di euro al fondo per le pulizie delle scuole stabilito nel «decreto del fare» per finanziare l’assunzione di 3 mila universitari (1500 professori ordinari e altrettanti ricercatori a tempo determinato). L’impegno sui docenti di sostegno ribadito da Carrozza dovrebbe essere a «costo zero», com’è stato annunciato nell’audizione alle commissioni congiunte del 6 giugno scorso. In realtà le cattedre sono 27 mila e sarebbero il risultato di un nuovo sistema di classificazione degli studenti disabili. La nuova normativa si chiama «Bes», cioè «bisogni educativi speciali» che estende l’applicazione della legge 170/10 che riguarda gli alunni con disturbi specifici di apprendimento (Dsa) a tutti coloro che hanno bisogno di supporto educativo. Con questa circolare,sottolinea l’Unione sindacale di base (Usb), l’insegnamento e la cura di questi studenti verrebbero affidati all’intero consiglio di classe e non ai soli docenti di sostegno. Considerata l’impossibilità di stanziare risorse sufficienti per mantenere la proporzione tra un docente di sostegno e due alunni disabili, la circolare che modifica i criteri di classificazione della disabilità sarebbe il primo passo per tagliare 11 mila cattedre sul sostegno. Ai docenti che non svolgono attività di sostegno toccherebbe quindi anche questa attività, insieme alle supplenze, ai progetti, alla correzione dei compiti, oltre che alle 18 ore di lezione frontale come da contratto. Tutto con lo stesso stipendio. Ragioni che hanno spinto il coordinamento scuole di Roma ad annunciare un presidio al Miur il prossimo 26 giugno alle ore 17,30 e la protesta in autunno.