“Stupisce che le autorità competenti non siano ancora intervenute”, mette nero su bianco l’Anpi nazionale. Perché solo oggi la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza dovrebbe portare al divieto del corteo fascista. Ma le 48 ore di ritardo, visto che nell’incontro di lunedì fra questore e prefetto non era stata presa alcuna decisione, hanno già provocato danni: nella notte con la svastica nazista e con la scritta “Dux” sono stati sfregiati gli ingressi della sede dell’Anpi in piazza San Marco, e quella del Pd in via Carraia. Mentre alla Casa del combattente la scritta “Arriviamo” ha dato l’ultima pennellata a un quadro orribile. Uno dei tanti firmati da quelli che vengono definiti “gruppo di estrema destra”, anche se per spiegare Forza Nuova basta una sola parola.
La seconda città più popolosa della Toscana, con 200mila abitanti, mille contraddizioni e un forte vento destro-leghista per le elezioni comunali di maggio, è stata vista come un’ideale trampolino di lancio per farsi pubblicità gratis. Ecco così la manifestazione “Salvare l’Italia contro l’invasione dei migranti”, organizzata per sabato 23 marzo, data non casuale perché centenario della costituzione dei Fasci di combattimento.
La città antifascista ha reagito. Su change.org l’appello “Fermiamo la manifestazione fascista a Prato” in pochi giorni ha raccolto 15mila sottoscrizioni. “In una città medaglia d’argento della Resistenza – si legge nella petizione firmata anche da Anpi, Cgil, Arci e Libera – non possiamo consentire che sfilino con i simboli del ventennio i neofascisti, in esplicita opposizione ai valori democratici tutelati dalla Costituzione”. Il sindaco dem Matteo Biffoni, in corsa per un secondo mandato, ha chiesto per tempo alle autorità di bloccarla, e anche la curia ha lanciato un appello, osservando che “a Prato non ci può essere spazio per culture sovraniste e xenofobe”.
L’Anpi pratese ha anche indetto una contro-manifestazione sabato pomeriggio in piazza delle Carceri, con il patrocinio del Comune, e dopo quello che è successo nella notte si è infuriata: “Non ci intimidiscono le azioni dei vigliacchi, di chi sa usare solo violenza e volgarità perché non ha altri argomenti – ha ribadito la presidente Angela Riviello – la manifestazione fascista va fermata. Chiediamo al questore, al prefetto, alle istituzioni tutte di decidere presto, chiediamo che il coro democratico che si è alzato in città non resti inascoltato”.
Nel coro anche le più importanti istituzioni toscane, da Enrico Rossi a Eugenio Giani che presiede il Consiglio regionale. E gli antifascisti in servizio permanente effettivo, dalla Rete delle città in Comune a Pap, Prc, Pci, Si e Mdp: “E’ gravissimo – segnala il pratese Leonardo Becheri di Rifondazione comunista – che a differenza di Milano le autorità non solo non abbiano vietato il corteo fascista, ma addirittura non abbiano autorizzato alcuna manifestazione antifascista”. E Lorenzo Alba di Pap ricorda: “La fondazione dei Fasci di combattimento ha significato la distruzione delle istituzioni del movimento operaio, per mano della violenza dello Stato e della violenza paramilitare dei fascisti. Tra il 1919 e il 1921, prima che il fascismo consolidasse il regime, tra capilega, sindacalisti e semplici operai sono state uccise tremila persone”.