Sebbene i risultati delle elezioni europee non possano essere diffusi prima delle undici di sera di domani, già si conosce chi ha vinto la consultazione svoltasi in Repubblica Ceca. Si tratta dell’astensione, che potrebbe sfiorare l’80% e raggiungere un nuovo massimo storico.

Nulla di nuovo sotto il sole. Nel 2004, l’anno dell’entrata del Paese nell’Unione europea, partecipò al voto circa il 28% degli elettori e cinque anni dopo il tasso di partecipazione si attestò sui medesimi livelli. La non partecipazione di quest’anno è stata in qualche modo favorita dal tono della campagna elettorale, che si è avvitata attorno a problemi e battaglie inesistenti (come l’islamizzazione dell’Europa), a slogan politicamente tautologichi (il buon uso dei fondi europei) oppure a leitmotiv euroscettici della destra (no all’euro e alla burocrazia di Bruxelles). Neanche le forze filoeuropee hanno avuto la forza politica e intellettuale di affrontare questioni primarie come il futuro delle istituzioni comunitarie, i rapporti con i vicini e con gli Usa, oppure la costruzione di una politica estera e di difesa comuni fuori dagli schemi da guerra fredda rinverdita.

L’alta astensione ha favorito in passato le forze con un nucleo elettorale più disciplinato come i comunisti della Kscm, i popolari della Kdu-Csl e gli euroscettici dell’Ods. Una grande incognita è invece rappresentata da forze politiche nate di recente come il Movimento dei Cittadini Insoddisfatti (Ano 2011) di Andrej Babis, uno dei maggiori imprenditori cechi sceso in politica dopo aver acquistato diverse testate giornalistiche. Il Movimento di Babis potrebbe arrivare primo con il 25% dei voti, aumentando gli appetiti del fondatore-capo, che attualmente è il ministro delle Finanze e l’uomo numero due in una larga coalizione con i socialdemocratici (accreditati attorno al 20%).

Dovrebbero finire sotto la soglia del 5%, e quindi fuori dall’emiciclo di Strasburgo, tutti i movimenti populisti, che hanno presentato alle elezioni un numero significativo di liste minori. A rappresentare gli euroscettici cechi rimarranno così gli europarlamentari dell’Ods, il vecchio partito-bandiera della destra liberal-conservatore ceca, oggi dato intorno all’8%. I fievoli risultati degli euroscetti ci sono probabilmente l’unica buona notizia, che arriverà dalla Repubblica Ceca alla fine di questo week-end di voto.