Cultura

Praga, le mappe letterarie di una città magica

Praga, le mappe letterarie di una città magicaOpera di Stato di Praga (2010, wikicommons)

SCAFFALE Un volume del germanista Marino Freschi, edito da Mimesis, ci conduce alla scoperta della terra di Franz Kafka

Pubblicato 22 giorni faEdizione del 5 settembre 2024

Pubblicata originariamente nel 2000, Praga. Guida letteraria alla città di Kafka (Mimesis, pp. 415, euro 22,00) del germanista Marino Freschi, questa raccolta di scritti e la sua scena letteraria tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del secolo successivo, ci viene riproposta ora corredata tanto da una nuova Introduzione quanto da una Postfazione redatta appositamente. La prima è volta a tenere conto degli studi e delle riedizioni più recenti, la seconda – dedicata soprattutto all’opera di Frank Kafka – si propone invece di analizzare i contributi su quest’ultimo dati alle stampe in occasione del centesimo anniversario della morte, che ricorre nell’anno in corso.

DAL MOMENTO CHE in questo suo libro, riccamente illustrato, Marino Freschi passa compiutamente in rassegna i luoghi cittadini frequentati dall’autore della Metamorfosi che troviamo poi nella sua prosa. Va subito messo in rilievo, però, come la capitale boema sia sempre stata un punto di riferimento per la vita intellettuale europea e abbia ospitato alcuni tra i maggiori narratori e poeti del Novecento. Da Rilke a Brod, da Hašek a Hrabal fino a Meyrink, Perutz, Werfel e Kisch, lo studioso li segue mentre frequentano caffè eleganti o si avventurano in luoghi malfamati, entrano in teatri fastosi o si aggirano per i vicoli della Città Vecchia, siedono a teatro o insegnano all’università.

Con la sua scrittura limpida e scorrevole, Marino Freschi sottolinea come Praga ne abbia influenzato le opere e delinea un affresco delle diverse epoche nelle quali quegli autori hanno vissuto e scritto: anni di guerra, di oppressione, di pandemie, di rivoluzioni e catastrofi. Per poi aggiungere come il loro rapporto nei confronti della capitale boema non sia mai stato neutrale, mai indifferente, poiché si è al contrario caratterizzato per la spiccata vitalità e, talvolta, per un contraddittorio sentimento di avversione e attrazione: come nel caso di Rilke, a proposito del quale la critica più avvertita ha colto l’importanza delle sue radici praghesi.

Occorre inoltre osservare come la città debba probabilmente il proprio nome al termine ceco práh (soglia). Situata al confine di vari mondi, Praga sembra costituire appunto – secondo Freschi – l’ingresso tra «quello slavo e quello germanico, quello tra l’Occidente e l’Oriente, tra confessioni, lingue ed etnie diverse, soglia come limite, chiusura, confine, soglia come accesso, ingresso, apertura, spiraglio, transito, trasformazione».

ECCO DUNQUE AUTORI tedeschi, ebrei e cechi che vi hanno trovato la propria patria, un luogo in cui sono giunti a individuare il loro spazio vitale nella scrittura.
Lo studioso si avvale di un gran numero di citazioni, attraverso le quali chi legge ha l’opportunità di apprezzare le peculiarità stilistiche dei numerosi testi riportati, le atmosfere descritte dai diversi autori, i loro stati d’animo, le osservazioni che essi non hanno mancato di fare. E, nel contempo, di cogliere la lucidità dell’indagine di Freschi che, pur appassionandosi all’argomento, vi getta lo sguardo con il necessario distacco nonché con tutta la propria sagacia ed erudizione.

Praga, città di vicoli bui e cortili misteriosi, di sordidi ritrovi notturni e bettole malfamate, di palazzi barocchi e magnifiche cattedrali, di austere sinagoghe e aguzze torri, nella quale vengono a incontrarsi l’ironia imperial-regia, lo humor nero ebraico e la perfezione metrica tedesca, emerge grazie a questi saggi in tutta la sua complessità e magia. Una trattazione che ci induce a scoprirne scorci nuovi e inattesi, angoli suggestivi, ambiti vivaci e fascinosi.

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