Prova di forza dell’estrema destra spagnola oggi. A Madrid il Partito popolare e Ciudadanos, affiancati dai loro nuovi soci fascisti di Vox, hanno convocato una manifestazione che con tutta probabilità sarà più massiccia del previsto contro il governo socialista di Pedro Sánchez. Il presidente spagnolo è accusato di essere un «traditore» della patria, un «mediocre» (sono le parole del leader popolare Pablo Casado). Il motivo? Ancora una volta la Catalogna, naturalmente.

Dopo molte esitazioni, Sánchez qualche settimana fa ha deciso di presentare la legge di bilancio 2019 al Congresso. Oltre al semaforo verde di Unidos Podemos, Sánchez ha bisogno del voto anche di tutti gli altri partiti che hanno votato a favore della mozione di sfiducia contro Rajoy. E cioè, soprattutto, dei due partiti catalani PdCat (quello dell’esule Puigdemont) ed Esquerra Republicana (del prigioniero Junqueras). I quali invece per ora hanno detto che non solo non voteranno la finanziaria, ma hanno anche presentato ciascuno questa settimana una mozione per affossarla prima di iniziare il dibattito (voto mercoledì). Il che implica che, con il voto di Pp e Ciudadanos, il percorso della prima finanziaria targata Sánchez potrebbe essere cortissimo. Il tutto mentre, proprio la settimana prossima, inizierà finalmente il processo contro i leader indipendentisti (quelli incarcerati). I nervi a Barcellona sono a fior di pelle.

Nel frattempo, Sánchez, fedele a quanto aveva promesso, ha in effetti cercato di aprire in questi mesi qualche timido ponte di dialogo col governo catalano. Solo che entrambi i governi non hanno interesse alcuno a fornire i dettagli di questi contatti, almeno fino a non aver ottenuto risultati concreti: a Barcellona, per non essere tacciati di essere venduti, e a Madrid per non essere bombardati – come sta in effetti accadendo – con attacchi al grido di «traditori della patria».

La bomba è esplosa quando i socialisti hanno accettato di nominare un «relatore» (e non «mediatore» come voleva il Govern catalano) per sedere al tavolo dei partiti (ma non è ancora chiaro quali) nei negoziati bilaterali. In realtà, il nulla. Il solo annuncio ha provocato la reazione isterica di tutte le destre che hanno colto l’occasione per misurare le loro forze in piazza. Il giorno dopo Sánchez aveva già fatto marcia indietro: venerdì dopo il consiglio dei ministri ha riannunciato che è tutto fermo. Ma la manifestazione del centrodestra con l’ultra destra, già alleati nel governo dell’Andalusia, non è stata disdetta.