Il cielo terso, spalancato, in cui si rispecchia fedelmente il blu calmo del Mediterraneo ci ha accolti in Piazza Rimembranza, nel cuore di Pozzallo. È il luogo in cui si sono dati appuntamento le associazioni, i comitati e i residenti della cittadina balneare per la «Passeggiata solidale e non violenta», promossa dal Comitato antirazzista Restiamo Umani. All’evento, organizzato in meno di trentasei ore, hanno partecipato duecento persone. C’erano i migranti, ospiti del centro di soccorso e prima accoglienza, dove al momento vivono circa settecento persone, a fronte dei cento ottanta che la struttura potrebbe accogliere.

Li abbiamo visti ballare al ritmo della musica di Bob Marley, diffusa dagli altoparlanti del camioncino in testa al corteo, mentre il sole li scaldava fuori dal limbo del Cspa, dove i sogni e le speranze di molti di loro attendono ancora di spiccare il volo, ibernati. Li abbiamo visti camminare mano nella mano con alcune signore di Pozzallo, grazie alle quali avranno trovato per un attimo sollievo alla nostalgia per le madri lontane, nella loro Africa matrigna.

«In un corteo pacifico di colori, danza, musica, condivisione, insieme ai nostri fratelli migranti, il messaggio che è emerso con forza è quello della solidarietà e della convivenza civile», dichiarano con soddisfazione i membri del Comitato Restiamo Umani.

L’auspicio, adesso, è che da questo punto di partenza, si arrivi a «un sincero coinvolgimento della cittadinanza affinché si attivino dal basso nuove forme di convivenza, di rispetto e di fiducia reciproci». L’urgenza di esprimere senza equivoci che «Pozzallo non vuole il razzismo», è nata dal clima di malcontento cresciuto negli ultimi mesi attorno alla gestione del centro di accoglienza e al mancato trasferimento dei migranti in altre città.
La notizia di una lite scoppiata, alla villa comunale, tra una coppia di fidanzati e alcuni ragazzi ospiti del centro, sensazionalisticamente gonfiata dalle testate locali fino a diventare, come si evinceva già dal titolo, «violenza sessuale», ha esasperato gli animi, cavalcando l’onda della paura e dell’intolleranza. Ed ecco che la formazione neofascista e razzista Forza Nuova diffonde un comunicato con cui annuncia una manifestazione contro l’immigrazione.

Molteplici appelli al sindaco Ammatuna sono arrivati, tra gli altri, dal coordinamento siciliano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dalla Cgil, dal coordinamento regionale dei Comitati No Muos, affinché non autorizzasse il corteo. Ma la manifestazione, prevista per il 16 novembre, ha avuto luogo.

«Centri di accoglienza, lotte sociali. Aumentano a Pozzallo gli atti criminali», questo uno degli slogan xenofobi a cui hanno risposto poche decine di persone. La ferita lasciata dalla morte dei tredici ragazzi eritrei, annegati a pochi metri dalla spiaggia della vicina Sampieri, è ancora aperta e pulsante. Così la risposta di Pozzallo al rigurgito razzista è arrivata a distanza di poche ore, l’indomani mattina.

E ha assunto la forma di una benedizione, pronunciata dalla bocca di un giovane migrante che, alla fine della Passeggiata solidale, ha chiesto di parlare: «Dio benedica l’Italia! Dio benedica Pozzallo! Tutti hanno bisogno di armonia e di pace. Noi è questo che speriamo. Nessuno di noi è venuto qui per rubare qualcosa».

Il Comitato Restiamo Umani, ringraziando la cittadinanza e le associazioni presenti all’evento, ha ribadito le ragioni della sua nascita e le finalità che si propone: «La partecipazione popolare e democratica di tanta gente comune, di chi ha deciso di esserci per restare umano al di là di qualsiasi religione, colore politico e ideologia, rappresenta la scelta dei partecipanti di stare dalla parte dei migranti, dei diritti umani, della nostra Costituzione che ripudia la guerra e la violenza. Valori della Costituzione repubblicana che oggi rimane più che mai da attuare, anche nella città di Giorgio La Pira, padre costituente, profeta di pace e del dialogo fra i popoli».