L’umore non è dei migliori. E del resto difficilmente potrebbe esserlo dopo l’ennesimo ostacolo superato dal consorzio Tap, nella giungla burocratica nella quale si è ingarbugliato il progetto del gasdotto che all’Azerbaijan approderà sulle coste del Salento. Dove il sindaco di Melendugno, Marco Potì, non intende arretrare di un millimetro nella battaglia contro la realizzazione dell’opera, che cambierà gli scenari visivi e paesaggistici del territorio che amministra da anni.

Sindaco Potì, non appare troppo sorpreso dalla valutazione dei periti nominati dal gip di Lecce, in merito all’assoggettabilità alla direttiva europea Seveso III del Tap.
Infatti ce lo aspettavamo. Vogliamo ricordare che in tempi non sospetti, chiedemmo insieme al comitato No Tap e al governatore Michele Emiliano, la sostituzione di un perito dei tre nominati dal gip.

Vogliamo ricordare i motivi delle vostre perplessità?
I nostri dubbi poggiavano sul rapporto che intercorre tra il perito nominato dal gip, il prof. Fabrizio Bezzo, e il perito di parte del consorzio Tap, il prof. Giuseppe Maschio dell’Università di Padova, legati da una lunga amicizia. Entrambi insegnano nella stessa università, ma soprattutto è noto che nella commissione giudicatrice che valutò la candidatura del prof. Bezzo nel passaggio a docente associato, ci fosse proprio il prof. Maschio. Inoltre, ricordiamo che il governo Gentiloni nominò proprio il prof. Maschio come referente del Settore rischi industriali nella Commissione nazionale Grandi Rischi. A luglio, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, quella nomina è entrata in vigore, durante il nuovo governo Conte, in perfetta continuità con il passato. Secondo noi siamo in presenza di un conflitto d’interessi enorme. (Va ricordato però che il gip di Lecce Cinzia Vergine il 6 novembre ha respinto la richiesta della procura di revoca dall’incarico del prof. Bezzo per incompatibilità, ndr).

Nella perizia però, nella parte sulla valutazione paesaggistica, i periti hanno mostrato qualche perplessità.
Sì, lo abbiamo letto. Infatti durante l’incidente probatorio, faremo leva anche su questo aspetto, per dimostrare al gip e al pm che la nostra posizione sulla valutazione congiunta dei progetti di Tap e Snam sia assolutamente legittima. Motivo per il quale secondo noi il progetto deve essere assoggettato alla direttiva europea Seveso III. Senza dimenticare che è ancora pendente presso il Tar del Lazio la nostra richiesta di riesame della Valutazione d’impatto ambientale del progetto presentato dalla Snam.

In tutto questo quali sono adesso i rapporti con il M5S e i suoi rappresentanti istituzionali?
Non li vedo e non li sento dalla riunione a Roma dello scorso 18 ottobre. Con i nostri legali stiamo studiando la questione del presunto risarcimento danni da 20 miliardi di euro che l’Italia avrebbe dovuto pagare, qualora avesse bloccato la realizzazione del progetto. Vorrei ricordare ancora una volta che durante quella riunione, il sottosegretario allo Sviluppo economico ci presentò una relazione di due paginette nella quale c’era scritto che quelle erano valutazioni “personali” e non ufficiali.

Di fatto, in Salento, il M5Se è in grande difficoltà.
Posso affermare che qui in Salento il Movimento non ha più credito. E come detto da Grillo tempo fa, hanno indubbiamente perso quella visione di futuro differente rispetto agli altri partiti, che avevano annunciato di avere durante la campagna elettorale e prima del 4 marzo.