Per il M5S è in vigore da ieri un regolamento un po’ assurdo in cui oltre a mettere nero su bianco i «Poteri del Capo», si istituisce un complicato «Comitato d’Appello» che avrà il compito di decidere la sorte dei presunti trasgressori delle nuove regole dettate da Grillo. Diversi i casi in cui s rischia di essere espulsi: se vengono meno i requisiti previsti dal «non Statuto»; se violano il Regolamento o gli obblighi assunti quando hanno accettato la candidatura. In caso di espulsione, il «Capo» dispone la sospensione dell’iscritto e la comunica al gestore del sito per disabilitarne l’utenza; gli comunica le contestazioni e gli dà 10 giorni di tempo per presentare sue «controdeduzioni». Dopodiché il «Capo», se non riceve le controdeduzioni o non le considera «accoglibili», procede all’espulsione che viene notificata all’interessato via email. Da questo momento l’espulso può presentare ricorso entro 10 giorni al «Comitato d’Appello» che può acquisire informazioni e dar vita a un contraddittorio. Il «Comitato» può confermare o meno l’espulsione. Nel caso in cui non sia d’accordo con la cacciata dell’iscritto dovrà presentare «parere motivato» al «Capo» che se resta contrario si rimette al voto definitivo dell’Assemblea. Il «Comitato» è composto da 3 persone: 2 nominati online dall’Assemblea su 5 nomi proposti dal «Consiglio direttivo» e uno dal «Consiglio direttivo». I nomi verranno scelti oggi con la solita votazione on line.