Ci sono state manifestazioni e presidi a Milano e Roma, Torino e Firenze, Treviso e Salerno, nel giorno dello sciopero nazionale indetto dai sindacati di base contro il nuovo piano industriale di Poste Italiane. La vertenza, che per la prima volta ha visto riunite tutte le sigle del sindacalismo non confederale, è stata lanciata per denunciare i tagli all’occupazione nei prossimi cinque anni, pari a circa 15mila unità lavorative, specialmente nel settore del recapito postale. Quest’ultimo è stato interessato negli ultimi mesi dalla progressiva estensione in tutta la penisola del recapito a giorni alterni, dalle due alle tre volte a settimana, che ha avuto come effetto collaterale l’ingolfamento dei centri di smistamento postale, oltre che il prevedibile mancato rinnovo dei contrattisti a termine impegnati nella consegna della corrispondenza. Inoltre i lavoratori hanno protestato contro la nuova organizzazione del lavoro che ha istituito turni pomeridiani e serali per la consegna dei pacchi. Nel corso delle manifestazioni è stato annunciato il blocco degli straordinari fino a quando non saranno ritirati i provvedimenti legati al piano industriale, considerato prodromico al progressivo smantellamento del servizio di recapito.