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Post punk e noise. Travolti dalla furia degli A place to bury strangers

Post punk e noise. Travolti dalla furia degli A place to bury strangersA place to bury strangers

Musica Tour europeo per la band newyorchese

Pubblicato circa un anno faEdizione del 15 agosto 2023

«Il fatto è che quando suoniamo non sappiamo mai cosa succederà dal vivo. Mi piace molto che nella band non ci sia mai paura di creare qualcosa di completamente nuovo ogni volta che saliamo sul palco, non c’è un pezzo che suoni due volte allo stesso modo. E per me tutto questo è un grandissimo divertimento». Bastano forse queste parole di Sandra Fedowitz, batterista, a dare un’idea di che cosa sia un concerto degli A place to bury strangers. E hanno potuto scoprirlo anche i fortunati presenti alla data al festival Curtarock di Padova (con i Robox in apertura), nell’unica tappa italiana del tour europeo della band: il gruppo che si piazza in mezzo al pubblico, i partecipanti invitati a suonare gli strumenti, una chitarra spaccata sul palco, una furia allegra e contagiosa, mentre sulla folla si scatenava una tempesta di post-punk e noise stortissimo e assordante.

L’ATTUALE formazione, con l’arrivo di Sandra Fedowitz (originaria di Stoccarda) e John Fedowitz del duo showgaze Ceremony East Coast, ha reso più coesa la creatura guidata da Oliver Ackermann, unico membro presente quasi dall’inizio di una realtà nata nel 2002, acclamata ai suoi esordi come «la band più rumorosa di New York». Ackermann e John Fedowitz, in realtà, si conoscono da sempre: provengono dallo stesso piccolo paesino della Virginia, Fredericksburg, e qui hanno mosso insieme i primi passi, da compagni di band negli Skywave.
Ma è a New York che Ackermann trova la sua comunità, anche grazie a Death By Audio, spazio in cui il frontman mette in piedi il suo business di pedali ed effetti per chitarra, ma che in brevissimo tempo diventa rifugio per amici e musicisti affini, diventando casa, azienda, sala concerti, luogo creativo che raduna writers, artisti, appassionati di musica.

L’attuale formazione ha reso più coesa la creatura guidata da Oliver Ackermann

«Non avevamo nessuna idea di cosa sarebbe stato» racconta Ackermann, «cercavamo un grande spazio dove fare quanto rumore volevamo. Ho convinto un amico a trasferircisi dentro con me, era super economico all’inizio, abbiamo costruito un sacco di cose, la sala prove, diversi studio, c’era una grande area aperta dove la gente poteva stare e fare quello che voleva. Tutto era folle lì dentro. C’era gente che sparava musica metal, fortissimo, alle 4 del mattino, c’era chi decideva di dar fuoco al divano nel mezzo della stanza, ma c’era anche chi faceva sculture meravigliose, chi filmava, e poi abbiamo iniziato a organizzare concerti».

FINO a che, nel 2014, finisce tutto: Vice, il media digitale, che proprio cannibalizzando anche simbolicamente il mondo underground ha creato il suo successo (e che ora è in fallimento), compra l’edificio e alza l’affitto, troppo per dei musicisti underground che cercano di autorganizzarsi. «La città è cambiata molto negli anni» riflette Ackermann, «ma è ancora un posto dove succedono un sacco di cose, molto aperta a qualsiasi cosa tu possa immaginare, dove le persone continuano a provarci».
Ed è qui che gli A place to bury strangers hanno deciso di restare. Con un nuovo disco in produzione, a seguito di «See through you», il primo del trio attuale, forse uno dei lavori più «pop» della band. Nel nuovo album ci sarà più spazio per l’elettronica, «ma anche se pensi sempre di avere un timing in mente, non abbiamo idea di cosa succederà» spiega Ackermann. «Non voglio pubblicare niente di cui non sia contento, dunque possiamo aspettare il momento giusto, soprattutto ora che abbiamo la nostra etichetta», la Dedstrange. E in attesa del nuovo lavoro, continueranno i tour: sia per gli A place to bury strangers (in Europa per la quarta volta quest’anno) che per i Ceremony East Coast, freschi di pubblicazione del loro ultimo lavoro, «Lovesick».

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