Manca un giorno e mezzo all’arrivo nel porto di Genova del cargo saudita Bahri Yanbu, ma la mobilitazione non cessa. Domani alle 9 un presidio in varco Etiopia, sul Lungomare Canepa, è pronto ad “accogliere” la nave: ci saranno i camalli, i lavoratori portuali, le associazioni che in questi giorni hanno proseguito la battaglia iniziata nelle scorse settimane nei porti di Anversa, Le Havre e Santander e assicurato il boicottaggio nel caso in cui la nave trasporti o carichi armi.

Ieri, con la Bahri Yanbu che superava Palma de Maiorca, il Calp (Collettivo autonomo lavoratori portuali) ha pubblicato su Facebook delle foto che mostrano almeno parte del carico che attende il cargo saudita nello scalo ligure. Una risposta a quanto dichiarato giovedì dalla prefettura secondo cui si tratterebbe solo di materiale civile e non militare.

Le foto mostrano un generatore elettrico a uso militare: «È un’arma da guerra? – si chiede il Calp – Se alimenta un campo da cui partono incursioni o bombardamenti, come lo considera la Capitaneria di porto?». In particolare, come mostrano le immagini, il materiale già pronto su ponte Eritrea, al Genoa Metal Terminal, è prodotto dalla Teknel, ditta fondata nel 1973 con sede a Roma, convenzionata con la Nato e produttrice, tra l’altro, di stazioni di controllo per droni e sistemi di difesa militari.