I portieri partono sempre da lontano. Se pensate che viaggino o corrano meno degli altri, beh vi sbagliate. È che anche loro si fermano, non solo tra i pali, ma questa è un’altra storia, fa parte delle nostre vite, dall’alba al tramonto.
Sulla tomba di Albert Camus, a Lourmarin, hanno abbandonato una penna grigia con su scritto Dignité. Lo scrittore è seppellito qui, nella campagna del Louberon e qui stava tornando da Parigi quando uno schianto lo ha ucciso. Camus ha scritto La peste che è un capolavoro e tra le molte cose dette c’è anche questa: «Il n’y a de dignité du travail que dans le travail librement accepté», non c’è dignità nel lavoro se non nel lavoro liberamente accettato. Lo scrittore diceva anche che il calcio era una delle emozioni della sua vita. Lui aveva un ruolo preciso, faceva il portiere. Arrivava da lontano, era un pieds noirs, così chiamavano i francesi d’Algeria. Su molte copertina dei suoi libri, nelle edizioni francesi più economiche, ci sono foto in bianco e nero, bambini che giocano a calcio, campi spelacchiati. Un bambino che fa il portiere, un berretto in testa.

SULLA TOMBA di Camus, ve l’hanno già raccontato, hanno abbandonato una penna grigia. Hanno abbandonata anche la tomba dello scrittore, a Lourmarin non ci fanno caso. Niente lavanda, quella è solo nella tomba della moglie, subito a sinistra. Niente fiori, è come se lo avessero lasciato solo. Però ai portieri piace così, è il loro destino, anche in campo. Si esaltano, nella solitudine, perché se arriva compagnia di solito è quella degli attaccanti avversari e questa non è una buona notizia. All’Europeo che sta per finire sono rimasti solo quattro portieri. C’è l’italiano Gigio Donnarumma, che pare abbia preso alla lettera quel discorso sulla dignità dello scrittore. Ha cercato un posto in Francia, a Parigi, nel PSG. Lo ha fatto con sobrietà anche se è naturale che i tifosi del Milan non la pensino così.
Il suo collega della Spagna che affronterà stasera, ore 21, a Londra, in semifinale, si chiama Unai Simon, prima era solo in panchina, adesso lo hanno promosso titolare ed è con lui che le Furie Rosse hanno ripreso slancio. Gioca nei Paesi Baschi, Athletic Bilbao, è sempre stato bravo a cogliere l’attimo. Dicono che ha una memoria da pesce rosso, perché la sua favola è stata contro la Svizzera, costruita tra papere micidiali e la capacità di fregarsene.

COSI’ TANTO da parare tutto alla lotteria dei rigori che ha portato la Spagna in semifinale. Sembrava un’altra grande storia, scritta da un altro premio Nobel per la Letteratura, l’austriaco Peter Hadle. Il titolo è Prima del calcio di rigore. È la storia di un portiere, ne combina di tutti i colori, ma quando il pallone va sul dischetto, quando resta solo a fissare negli occhi un avversario, è allora che tutto diventa magico. I portieri sono fatti così. Solo uno dopo Italia-Spagna andrà in finale. Sanno che se sbagliano loro non c’è più niente da fare. Sono abbandonati al loro destino, dignitosamente. Ed è per questo che escono dagli spogliatoi e vanno in porta, il più lontano possibile. Dove con tutte quelle maglia colorate all’orizzonte la vita sembra meno grigia.