I maliziosi avranno pensato che la decisione di ieri del presidente Poroshenko, di bloccare Vkontakte e Odnoklassniki, i due popolarissimi social network russi, sia in parte politica e ma abbia a che fare con il business. Infatti Vkontakte con i suoi oltre 250 milioni di iscritti e 90 milioni di contatti giornalieri è assai più popolare nei paesi ex-Urss del gigante americano Facebook. In Ucraina Vkontakte ha una media di oltre 13 milioni di utilizzatori giornalieri a cui si devono aggiungere i 7 milioni di Odnoklassniki. Mark Zuckenberg sicuramente troverà modo di sdebitarsi.
Ma le sanzioni contro la Russia decise ieri dal governo ucraino vanno ben oltre. Dal 1 giugno verrà bloccata anche la ricezione di tutti i principali programmi televisivi russi a partire da Ort ( ome Rai1), dei canali in streaming come Rt news, di broswer popolari come Yandex.ru. Il divieto riguarda complessivamente 468 persone giuridiche mentre 1258 persone fisiche, primi fra tutti i giornalisti russi, non potranno più recarsi in Ucraina.

I rapporti tra Ucraina e Russia sono ormai ai minimi termini dopo la crisi di piazza Maidan e le successive ricadute politiche (annessione russa della Crimea, guerra nel Donbass). Da due anni non ci sono più collegamenti aerei tra Kiev e Mosca e gli scambi commerciali sono ridotti alla buona volontà di piccoli trafficanti che oltrepassano ogni giorno i confini. Le misure prese dal governo ucraino contro qualsiasi cosa che ricordi la Russia è giunta fino al ridicolo di vietare la vendita di souvenir di epoca sovietica come bandiere rosse e spille di Lenin. Meno ridicolo, ma più preoccupante, è invece lo stato di semiclandestinità a cui sono costretti il Partito comunista ucraino e le forze che si richiamano al socialismo.

In questo difficile contesto, l’Ue sta facendo la sua parte. Nel quadro del processo di associazione in corso da due anni, la Ue ha deciso di eliminare il visto per i cittadini ucraini che intendono recarsi in Europa; con ripercussioni non solo sui flussi migratori verso la Ue ma anche in chiave interna.

Poroshenko vuole utilizzare la «concessione» per riattrarre parte della popolazione che ora vive nelle Repubbliche indipendentiste del Donbass. Cittadini, formalmente ucraini, che dall’inizio del conflitto vivono come apolidi con accesso solo alla frontiera orientale russa.

Anche dal punto di vista militare la situazione resta legata a un filo. La scorsa settimana un aereo-spia americano ha solcato i cieli della Crimea. Individuato dall’aviazione russa si è allontanato, ma la richiesta di scuse inoltrata dal governo russo alla Casa Bianca resta senza risposta. E nel Donbass gli scontri a fuoco tra esercito ucraino e miliziani delle repubbliche filo-russe sono all’ordine del giorno.