«Volare oh oh…» da Modugno all’olimpico Tamberi passando pel trasvolatore Italo Balbo, porci e proporci come italiani volanti è da sempre un nostro vezzo, ora confortato pure dal successo dei droni di malavita che distribuiscono cellulari, armi e droga alle carceri di mezza Italia. Eppure non tutte le ciambelle volanti riescono col buco; guardate Alitalia: quella, al posto di un buco normale ne tiene uno talmente nero che se l’è letteralmente ingoiata e adesso per volare con uno dei tre, quattro aeroplani rimasti in dote a Ita, hostess e piloti si devono pure pagare il biglietto. «Porci senza ali» quindi nel senso di dover rinunciare al sogno di Icaro? Ma no… i «porci senza ali» cui alludo io, sono le famiglie allargate di cinghiali extralarge che se vanno in gita per Roma come niente fosse. Benzina sul fuoco della vecchia faida tra la Raggi e la Lombardi: chi li ha invitati al gran banchetto della monnezza capitolina se non la Sindaca? strepita l’assessora della Regione Lazio; «i cinghiali sono di competenza regionale», la rintuzza Virginia, visto che calano sull’Urbe dai quattro angoli della Regione che manco i burini laziali quando c’è il derby.

Ok, ma poi ci sono pure tutte le altre bestie che tra cassonetti stracolmi e mini-discariche da marciapiede qui a Roma hanno trovato l’America. A partire da quella milionata di topi residenti sul greto del Tevere da quando Romolo e Remo poppavano dalla lupa: quelli sì che sono di competenza del Comune! Mentre a occuparsi di blatte, pidocchi e scarrafoni tocca per certo alle varie Municipalità che, come le bestiole di cui sopra, son piccole e ben radicate sul territorio; gabbiani, corvi e cornacchie invece, che sui cumuli di monnezza planano dall’etere, visto che l’etere è roba demaniale sono di sicuro affare del Demanio. In quanto a zanzare-tigre, piattole e pappataci, a chi affidarne l’abolizione se non a chi, di abolizioni, se ne intende più di chiunque altro, cioè la Provincia?
Eccoci infine alla più nefasta delle creature che di ingrassarsi coi rifiuti di Roma ladrona non si stanca mai, colui che oggi come oggi campeggia su ogni autobus di Roma col suo ispido faccione da facocero: quel Salvini che nonostante la panza che si ritrova ha più chances lui di passare per la cruna di un ago che Michettichì di sloggiare l’oca dal Campidoglio. Sia come sia, almeno per Matteo nessun conflitto di competenze: dall’andazzo che ha preso infatti, sembra che alla sua estinzione sia assolutamente in grado di provvedere da solo.