Il porcellum non c’è più, invece i porcelli eccoli qui. Sono davanti a Montecitorio e non poteva esserci giorno migliore per grufolare ai politici di passaggio. Li hanno portati in piazza gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti. Gli stessi che anche ieri hanno manifestato al valico del Brennero per difendere i prodotti enogastronomici Made in Italy. L’unico difetto è che sono sei piccoli porcellini e fanno tenerezza. Invece qui si parla di prosciutti confezionati con carni importate dall’estero e rivendute con il marchio italiano senza nessuna indicazione d’origine sull’etichetta. Si tratta di una truffa ai danni dei consumatori e di un enorme danno per i produttori nostrani.

Secondo Coldiretti, a natale il 63% dei consumatori italiani vorrebbe acquistare cibo e bevande fatte con materie prime italiane ma non sa come tutelarsi visto che le etichette non riportano la storia di questi alimenti. “Oltre la metà della spesa ha un’etichetta che mente e indica solo il luogo di confezionamento o di ultima lavorazione”, ha spiegato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo. Due prosciutti su tre sono fatti con carne proveniente da Olanda, Danimarca, Francia, Germania, Spagna. Sul territorio nazionale sono scomparsi 615 mila maiali. Per questo i manifestanti hanno provocatoriamente chiesto alle istituzione e ai politici di adottarli. In piazza Coldiretti ha portato anche concentrato di pomodoro cinese, polvere di latte nordeuropea, cagliate per mozzarella straniere. Al Brennero su 170 camion fermati, il 27% trasportava alimenti prodotti all’estero, destinati ad essere trasformati e rivenduti come Made in Italy.

Coldiretti ha presentato al governo un piano di salvataggio in quattro punti. Prima di tutto è necessario approvare i decreti attuativi della legge che impone l’obbligo di riportare sulle etichette l’origine delle materie prime. Si chiede di erogare risorse pubbliche a imprese italiane che utilizzano materie prime italiane. Poi gli agricoltori vorrebbero che fossero resi pubblici i dati sulle importazioni. Infine invocano una diversa politica dei prezzi perché “oggi i consumatori pagano molto e i produttori ricevono troppo poco”.

In piazza con i contadini c’era anche Federconsumatori. “Oggi siamo tutti qui – ha detto il presidente Rosario Trafiletti – perché rivendichiamo il diritto fondamentale dei cittadini di sapere esattamente l’origine di quello che mangiano”. Il problema però è complesso. L’Italia non produce abbastanza materie prime mentre l’export di alimenti made in Italy è uno dei pochi settori che continuano a tirare. Dunque le industrie e i distributori del settore per soddisfare la domanda crescente e ridurre i prezzi si rivolgono sempre più spesso a materie prime straniere per rivenderle come italiane. Per cambiare le cose, oltre alle etichette, ci vorrebbe una diverso modello di sviluppo del sistema Italia.