Oggi la Germania elegge il nuovo Bundestag. Urne aperte dalle 8 alle 18 per 60,5 milioni di tedeschi attesi nelle 299 circoscrizioni della Repubblica federale. Per tre milioni di cittadini sarà il primo voto nazionale, mentre rimane incalcolabile il peso dell’astensione. L’unico dato acquisito è che il prossimo Parlamento avrà molte meno donne di quello attuale.

Secondo gli ultimi sondaggi il quarto mandato da cancelliera di Angela Merkel appare solo questione di ore, anche se lo sfidante Spd Martin Schulz ieri veniva segnalato in recupero.

SULLA CARTA spiccano le «forbici» dei 6 partiti (sul totale di 42) destinati a superare lo sbarramento parlamentare del 5%. Nei test dei vari istituti, l’Union Cdu-Csu risulta fra 34 e 36%, la Spd da 21 a 22%, Afd 11-13% mentre la Linke oscilla tra 9,5 e l’11%. I liberali vengono rilevati al 9-9,5%, i Verdi contano il 7-8%.

Nell’ipotetica sfida diretta Merkel-Schulz, «Mutti» vincerebbe 45 contro 32% – secondo la misurazione Emnid pubblicata su Bild am Sonntag – il miglior piazzamento del candidato Spd dalla sua nomina a leader del partito. Appena un mese fa il distacco tra i due era di 51 a 22%, ma l’attuale distanza appare comunque incolmabile.

«Stiamo combattendo fino all’ultimo minuto per impedire il successo di Afd. Per la prima volta dal 1945 corriamo il rischio che entri in Parlamento la “tomba” della democrazia» ha scandito ieri Schulz dal palco di Aquisgrana di fronte a 4 mila persone, chiudendo l’ultimo comizio prima del voto.

Mentre Merkel – reduce dai fischi nel tour elettorale di Monaco – da Berlino spiegava ai Giovani Cdu come «molti elettori decidono all’ultimo momento», prima di concludere la campagna a Greifswald, in Mecleburgo-Pomerania, nel suo collegio elettorale, dove la Cdu venne sconfitta da Afd alle regionali di settembre 2016. Proprio il voto nei sei Land dell’ex Ddr – roccaforte dei populisti ma anche primo bacino della Linke – sarà più che fondamentale.

NONOSTANTE LE DONNE siano la parte più consistente dell’elettorato (31,7 milioni contro il 29,8 di uomini) nelle liste dei partiti tedeschi sono sempre meno rappresentate. Solo Linke e Verdi ne valorizzano la presenza sulla scheda elettorale: nella Sinistra spicca il 51% di candidate, tra i Grünen salgono a quasi il 54%. Un abisso rispetto ai liberali (23% circa), cristiano-sociali (27%) e alla Cdu della «ragazza dell’est» e «mamma» Merkel che lascia solo il 39,8% dei posti alle cristiano-democratiche. La quota-rosa dei socialdemocratici di Schulz corrisponde al 40,8%, mentre tra i candidati Afd la presenza femminile – con buona pace della candidata Alice Weidel – è ridotta al lumicino del 12,8%.

Il risultato è che il 37% di parlamentari donne dell’attuale legislatura da domani si ridurrà al 31,7%. Non proprio un bel biglietto da visita per il nuovo Parlamento.

TUTTI ALLE URNE? Il trend è certo pan-europeo, ma l’astensione è diventata un vero e proprio caso politico nella Grosse Koalition.

«Meglio non votare affatto, piuttosto che votare per Afd» si era lasciato sfuggire martedì scorso Peter Altmaier, capo della cancelleria, ministro per gli affari speciali, e soprattutto braccio destro di Angela Merkel; prima di precisare: «Afd divide il Paese sfruttando le paure della gente: un voto per loro non è giustificato».

Immediata la replica del collega Cdu Thomas de Maizière, ministro dell’interno e primo garante delle elezioni: «Nein: ciascuno deve esercitare il proprio diritto di voto e presentarsi alle urne», così come la secca risposta del capogruppo Spd al Bundestag Thomas Oppermann: «Consiglio sbagliato».

A mettere la parola fine all’incidente è stata proprio Merkel con l’invito via radio 1Live ad «andare a votare per i partiti che rispettano la Costituzione» seguita da Schulz che ha precisato: «Più alta sarà l’affluenza, più bassa la possibilità dell’estrema destra di entrare in Parlamento».

IN PARALLELO, da Berlino a Colonia, da Amburgo a Monaco, massima attenzione di tutti i candidati sul voto postale, modalità di espressione sempre più utilizzata dagli elettori tedeschi: le preferenze via lettera (attraverso Deutsche Post) sono aumentate in maniera esponenziale: erano il 9,8% nel 1990, sono diventate il 24,3% nel 2013, oggi potrebbero essere una parte ancora più rilevante sul totale dei consensi.