Nulla sembra più poter salvare le toghe a Varsavia dal “provvedimento museruola” voluto dal governo della destra populista di Diritto e giustizia (PiS). Due settimane fa i giudici da tutta Europa si erano uniti ai loro omonimi polacchi per dire «no» all’ennesimo progetto di riforma della giustizia del PiS. Nella serata di giovedì il Sejm, la camera bassa del parlamento polacco, in cui il PiS detiene la maggioranza, ha approvato in via definitiva il testo che introduce sanzioni per i magistrati che metteranno in dubbio il meccanismo di nomine, l’operato e le sentenze degli organi giuridici “riformati” negli ultimi sei anni dal partito di Jarosław Kaczynski. A nulla sono valsi i tentativi del Senat, la camera alta del parlamento – con poco potere decisionale e in cui il PiS ha 2 deputati in meno rispetto all’opposizione – di affondare la legge.

Il presidente del Senat Tomasz Grodzki, eletto tra le file del partito liberale Piattaforma civica (Po), ha provato a fare quello che poteva nelle ultime settimane invitando una delegazione della Commissione di Venezia a esprimersi sul provvedimento, se non altro un modo per mantenere alta l’attenzione internazionale su stato di diritto e giustizia in Polonia. L’organo consultivo del Consiglio d’Europa ha bocciato la settimana scorsa il progetto che introduce limitazioni ancora maggiori all’autonomia dei giudici rispetto alle precedenti riforme targate PiS.

La palla passa adesso al presidente polacco Andrzej Duda espressione della maggioranza che ha definito la nuova legge «ragionevole». Salvo sorprese dell’ultimo momento la firma al provvedimento è soltanto questione di giorni. Difficile sperare in un colpo di scena come avvenuto nell’estate del 2017 quando Duda aveva spiazzato i suoi colleghi di partito mettendo il veto a due provvedimenti in materia di giustizia votati dal PiS. Con il suo doppio «nie» il presidente polacco allora aveva scongiurato anche l’istituzione di una commissione di disciplina per valutare il comportamento di giudizi e avvocati.

Intanto la camera disciplinare voluta dal PiS operativa da novembre scorso ha già punito alcuni dei magistrati meno graditi al potere. In tempi di campagna elettorale la “ragionevolezza” conta poco o nulla. Duda che spera di ottenere un secondo mandato al palazzo del Belweder difficilmente vorrà mettere i bastoni tra le ruote alla dirigenza del PiS pronta a sostenerlo alle presidenziali in programma quest’anno e in data ancora da destinarsi.