Doveva essere una commemorazione apolitica, quella del 9/11, a New York, dove ancora una volta l’America si è raccolta a Ground Zero, a 15 anni dall’attentato alle torri gemelle, ma così non è stato, e la giornata ha preso una piega inaspettata.

Dopo un’ora e mezza dall’inizio delle commemorazioni, mentre si leggevano i nomi delle vittime, la candidata democratica Hillary Clinton si è allontanata dal centro dell’iniziativa per entrare, barcollante, nel furgone blindato con cui era arrivata, sorretta dallo staff e da agenti dei servizi segreti.

Una mossa che non poteva passare inosservata alla stampa che ha iniziato a rincorrere Clinton riuscendo a riprendere la sua faticosa entrata nel furgone.

https://youtu.be/11-EAzsGxgQ

Immediatamente la cerimonia ha perso di interesse; prima tra i giornalisti, poi tra tutti i presenti si è sparsa la notizia del malore che aveva colpito Hillary, sulla quale da mesi circolano voci riguardo problemi di salute più o meno debilitanti e che in ogni caso la renderebbero inadatta a governare.

Le voci provengono sicuramente dalle fila di Trump e da WikiLeaks, che con Clinton ha ingaggiato una guerra feroce da mesi; nell’ora e mezza trascorsa tra il malore e il comunicato dello staff queste voci sono diventate fuori controllo. Si è parlato di Parkinson, di ischemia, della candidata in fin di vita, fino a quando un comunicato ufficiale ha parlato di un colpo di calore (a New York sono giornate di caldo umido e soffocante) spiegando che Hillary era andata a reidratarsi a casa di sua figlia, che abita al Flatiron district, a 20 minuti da Ground Zero e che stava bene, versione poi confermata da Clinton stessa che, uscendo da casa di Chelsea, si è presentata alla stampa, che ormai aveva abbandonato Ground Zero e la commemorazione a se stessa.

La giustificazione del colpo di calore stava venendo a fatica metabolizzata dai media (e da chiunque avesse un account social), Hillary Clinton era già tornata nella sua casa di Chappaqua quando è arrivato un telegrafico nuovo comunicato: Hillary avrebbe la polmonite, diagnosticata un paio di giorni prima.

L’onda di illazioni si è immediatamente risollevata con WikiLeaks che ha prima pubblicato un tweet affermando che dai filmati i sintomi di Clinton farebbero pensare a sclerosi multipla, Parkinson più che a polmonite, tweet poi cancellato ma che ormai era diventato virale; sostenitori di Trump fuori controllo, sostenitori di Hillary in panico, una ridda di illazioni su scenari possibili che avrebbero rivisto in campo Sanders o Joe Biden in veste di candidati.

In questo bailamme Trump si è limitato a dire di stare benissimo e di voler rendere pubblici i propri dati medici, come dovrebbe fare Clinton, probabilmente impegnato nel valutare come sfruttare al meglio una situazione gestita malissimo dalla candidata democratica.

Non è un mistero che una delle ossessioni di Hillary Clinton riguardi la propria privacy; da lei non arrivano mai particolari personali sulla propria vita al di là della biografia ufficiale che per lo più si concentra sul passato, questo contribuisce a creare la sua immagine fredda, bidimensionale, che arriva dopo 8 anni caldissimi di una presidenza empatica e in opposizione ad un candidato che parla principalmente di se stesso. Clinton invece non dice nulla di sé, e questa volta il problema scaturito da questa sua peculiarità caratteriale può finire per provocarle danni che vanno ben al di là della sua immagine pubblica.

Già non è percepita come un candidato trasparente, già le voci su un suo stato di salute traballante circolavano da tempo: creare mistero intorno ad una polmonite, malattia brutta e faticosa sì, ma che nel 2016 è curabile con gli antibiotici, peggiora tanto la sua posizione. In questo momento, anche se Trump non è più indietro nei sondaggi come lo era dopo la convention democratica, benché ancora stia inseguendo la candidata democratica, la situazione di Hillary non è rosea.

Trump, personaggio imbarazzante e impresentabile, corre praticamente da solo e con il suo stesso partito contro, Clinton ha un’oliata macchina vincente che fa campagna per lei e che comprende tutto l’entourage democratico in carica compresi i suoi acerrimi nemici interni, come Sanders e Warren, e una parte del partito avversario, dovrebbe essere in vantaggio netto, non di qualche punto.

Vero è che nel 2008, a questa stessa distanza dal voto McCain era di poco in vantaggio rispetto ad Obama, ma la rigidità di Hillary non la sta aiutando.

I prossimi appuntamenti in California di Hillary sono stati cancellati, lo staff dice che nei prossimi giorni darà più dettagli sulla sua salute, sperando scelga la trasparenza di cui ha bisogno.